Italiano disoccupato si presenta a hotel profughi: “Ora mantenete anche me”

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Sulzano, hotel Alpino, vista lago. Ospita, a spese nostre, 16 clandestini camuffati da profughi: molti provengono dal Togo, paese che la guerra non l’ha quasi mai vista. Sicuramente non l’ha mai vista in questi anni.

Ora, insieme agli africani, ospita anche un italiano: un disoccupato bresciano, Salvatore Brosco, 47 anni e 5 figli.

«D’ora in poi dovranno chiedere i rimborsi alla Prefettura per 17, perché non ho alcuna intenzione di andarmene», dice ai giornalisti.

E in effetti. Se Renzi costringe i contribuenti italiani a mantenere fancazzisti africani di vent’anni, perché non lui? Sarebbe ora che tutti i disoccupati italiani facessero lo stesso: si presentano negli hotel che guadagnano con i ‘profughi’, e si piazzano lì.

Commerciante di mobili d’antiquariato prima, autotrasportatore poi, da tre anni non lavora. «Nella casa in cui vivevo con la mia famiglia alla Badia non pago l’affitto da tempo. Ho chiesto aiuto al sindaco, ma mi sono ritrovato in questura…», perché con un motorino non suo cercò di bloccare la strada all’auto blu: «Aveva promesso di ricevermi…».

E «per dare un segnale forte», Salvatore ha deciso di unirsi ai profughi. «Volevo andare all’hotel Milano, ma era pieno».

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È arrivato a Sulzano e ha fregato l’albergatore affarista: «Sono qui per lavoro, mi serve una stanza una settimana».

Si è sistemato dopo aver esibito la carta d’identità e versato un acconto: «era quanto avevo in tasca, ma non salderò».

“E al titolare ho rivelato le mie intenzioni: chiedo mi venga data anche solo una brandina, sono disposto a mangiare con loro, dormire con loro”. I fancazzisti africani che manteniamo da mesi sul lago.

«Sono arrivati anche i carabinieri. Ma non voglio andarmene. Ora sono qua, e pretendo risposte da chi di dovere, per tutti coloro che sono nella stessa situazione».

E sui finti profughi: “Se è vero che stanno scappando dalla guerra, mi chiedo perché non abbiano portato con loro i figli…”.

Ora sono pronti a mandare i carabinieri con un fogli di via. Per lui, italiano disoccupato. Non per i ventenni fancazzisti del Togo. In fuga da guerre inesistenti.




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