Prete invita 30 “profughi”, intero paese si ribella: respinti

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Un intero paesino, Netro, in provincia di Biella, si ribella all’arrivo dei falsi profughi e li respinge.

Oltre 400 cittadini su un migliaio dei residenti si è presentata l’altra sera per mostra la propria ‘contrarietà’ alla demenziale idea di ospitare un contingente di africani nella casa di riposo «Simonetti».

«E’ semplicemente una questione di buon senso: cosa farebbero queste 30 persone tutto il giorno?», si chiedono i membri del neo-comitato sorto per bloccare l’arrivo dei profughi. Nel giro di un paio di giorni sono già state raccolte quasi 400 firme.

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«Le cooperative mettono a disposizione solo un dipendente per sorvegliare i profughi, ma loro hanno bisogno di essere “seguiti”. Quello che è assurdo è che sia stata presa una decisione senza interpellare i 350 soci della casa di riposo: speriamo che adesso vengano contattati e che si prenda una posizione chiara contro questa iniziativa».

La demenziale idea nasce dal solito prete in cerca di business, tal don Luigi Pedrazzo, che insieme a Caritas aveva annusato il business: «Ho tanta amarezza nel cuore – dice -. Sono rimasto molto male sia come parroco che come uomo. I miei concittadini non sono preparati all’accoglienza e l’incontro che abbiamo avuto l’altra sera ne è la prova. E’ vero, ci è sfuggita la necessità di convocare l’assemblea dei soci. A breve verrà convocata, ma ormai gli abitanti di Netro hanno deciso e resta poco da fare».

Portali in Vaticano. Questi hanno troppi soldi e troppe strutture da riconvertire nel business dell’accoglienza: è tempo di dare un taglio alla loro ricchezza. Per il nostro bene e per il bene della Chiesa.