Agenti denunciano: “Impossibile visitare profughi e identificarli”

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Genova – “Malgrado lo sforzo messo in campo la Questura è sempre più sola a gestire una situazione oggettivamente critica che coinvolge anche il personale del 6° Reparto Mobile di Genova Bolzaneto”. Lo dice Roberto Traverso, segretario provinciale del Siap.

“Sporcizia e inadeguatezza dei locali del Palasport utilizzati per l’accoglienza dei ‘profughi’. Controlli sanitari approssimativi che non riescono ad assicurare un quadro medico attendibile circa le condizioni di salute delle persone visitate. Difficoltà e molto spesso, impossibilità di procedere all’identificazione dei profughi che frequentemente non intendono assolutamente sottoporsi alle procedure di riconoscimento. La mancanza di indicazioni ed istruzioni chiare da parte dell’autorità giudiziaria,in merito alle modalità operative da osservare quando i profughi rifiutano l’identificazione, crea situazioni di incertezza interpretativa delle norme che tende a dissuadere, chi di competenza, a procedere con eventuali fermi per identificazione”, spiega.

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Questo determina l’inevitabile rilascio sul territorio nazionale di persone che non sono identificate in modo adeguato, visto che, come prevede la norma, possono abbandonare le associazioni individuate per l’accoglienza in qualsiasi momento.

“Inoltre, la carenza di personale in forza alla Questura determina il sempre più frequente è mancato rispetto delle regole contrattuali previste per gli orari di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia di Stato creando gravi disagi e disservizi. Pertanto il Siap, oltre a sensibilizzare con forza le istituzioni locali e l’autorità giudiziaria affinché si possano migliorare le condizioni lavorative ed operative inerenti la gestione della complessa accoglienza dei profughi in arrivo a Genova, chiederà al Questore l’apertura di un tavolo di confronto sindacale finalizzato alla pianificazione di un protocollo d’intesa in grado di poter utilizzare le esigue risorse a disposizione nel rispetto della normativa contrattuale vigente”, conclude.

Sintesi: sono tra noi, e non sappiamo né chi sono, né che malattie hanno.




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