“Profughi” picchiano operatori: Prefetto li espelle da hotel, non dall’Italia

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Diciotto ex profughi ospitati a Terzigno sono stati espulsi dagli hotel dove li mantenevamo per «Comportamenti violenti».

Il provvedimento prefettizio è motivato sulla base comportamenti violenti tenuti dai 18 nella data del 19 luglio all’interno della struttura: «Hanno assunto “atteggiamenti minacciosi e violenti” e procurato lesioni a due operatori».

Sono i sedicenti profughi protagonisti di alcuni video-denunce pubblicati recentemente sul sito web de La Stampa. Girati dai poveri migranti coi loro smartphone nell’hotel.

Video bufala di profughi violenti. Complimenti a La Stampa. Giornale degli Elkann.

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A difesa dei clandestini la solita associazione di fanatici xenofili, tal Associazione3Febbraio: «Per i 18 fratelli si prepara, ora, una situazione degna di un romanzo di Franz Kafka: sono ancora, per legge, richiedenti asilo, ma l’assenza di un domicilio rende impossibile la notifica dei provvedimenti delle Commissioni, in pratica, hanno il diritto di restare in Italia fino alla fine della procedura (e quindi non possono essere espulsi dal territorio nazionale) ma non possono ricevere le comunicazioni relative alla procedura stessa con il rischio di essere dichiarati irreperibili, e di non poter presenziare in Commissione».

Il problema, non è che sono stati escludi dall’hotel, ma che rimangono in Italia: se sono violenti, li si espella. Che senso ha, farli uscire da un hotel ma non dall’Italia?

«Mercoledì mattina saremo in presidio davanti alla Prefettura in piazza Plebiscito, a Napoli, per chiedere chiarimenti». Aderiscono: Acli, Associazione 3 Febbraio, la Comune-Napoli, Forum Antirazzista della Campania, Lavoratori in lotta contro la schiavitù, Associazione la Quercia, Associazione Lankitalia, Arcigay Napoli, Coordinamento di lotta per il lavoro, Precari Bros Organizzati, Asper, Hamef, Scuola di Pace, Comitati Solidali Antirazzisti di Napoli e provincia

Tutte insieme queste associazioni non raccolgono più di un neurone. Il QI li facilita nel solidarizzare con gli africani.