Crocifisso e sgozzato, la tragica fine di chi frequenta gli immigrati

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Crocifisso e sgozzato per qualche occhiata di troppo.

L’omicidio di Ismaele, il 17enne trovato morto in un dirupo è stata una vera e propria esecuzione in stile islamico.

I due lo hanno legato a una croce tra i pini, braccia e gambe bloccate con una nastro adesivo per pacchi. Una volta immobilizzato, lo hanno sgozzato con un taglio netto di 9 centimetri. Meta e Nema hanno preso quindi il corpo e gettato in un dirupo, lasciando sull’erba una scia di sangue.

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Volevano decapitarlo.

“Il ragazzo, e questo dimostra il suo sentirsi innocente, è stato invitato dai due ad andare a fare un bagno al fiume: ha accettato senza problemi, è salito in macchina senza costrizione, poi si sono appartati in quel poggio, nell’area di campagna di San Martino in Selva nera, e lì c’è stata l’aggressione”.

“Il 17enne italiano, che era anche più fisicamente prestante rispetto ai due arrestati. È stato preso alla sprovvista, è stato tramortito forse con un calcio alla testa. Poi hanno cercato di legarlo con un nastro da pacchi ed è spuntato fuori il coltello che ha colpito il ragazzo in una zona vitale”. Il colonnello ha continuato aggiungendo che proprio “in questa furia è stato quasi decapitato poi è stato sgozzato. La morte è stata rapida, l’emorragia immediata e molto violenta”. Sempre secondo una prima ricostruzione l’autore materiale dell’omicidio sarebbe Igli Meta il ventenne residente a Urbania, mentre Marjo Mema, il 19enne, sarebbe stato il complice che lo avrebbe aiutato. “Uno dei due l’abbiamo trovato in macchina”, ha aggiunto un militare, probabilmente “si stava organizzando per tornare in Albania”.

Ecco cosa succede, a frequentare gli immigrati.