La storia raccontata da Trenitalia è l’esposizione plastica dell’immigrazione al tempo di Renzi: una catastrofe sanitaria.
Siamo in un paesino della Val Bormida tra Liguria e Piemonte, Ponti. Sul treno quattro eritrei in arrivo da un centro profughi della Liguria, così, senza controlli.
Il treno è il locale Savona-Acqui Terme. Hanno evidenti problemi di salute, nel senso che sono infetti. Vengono portati all’ospedale di Acqui: Scabbia.
Il giorno dopo, ieri mattina, i quattro “profughi” escono e si dirigono, ancora senza controlli, alla stazione di Acqui Terme, per andare a Milano. Lì li aspettano Pisapia e i volontari a pagamento della Croce Rossa.
A quel punto, il capotreno, che non è un idiota – in Italia i non idioti sono la maggioranza – è costretto ad isolare i passeggeri, nessun altro nella stessa carrozza e pure in quella vicina.
Una volta arrivati ad Alessandria, con il carico di Eritrei in due vagoni a loro riservati – perché non farli salire sarebbe stato ‘rassista’ – Trenitalia è stata costretta a staccare i vagoni e disinfestarli. Con conseguenti ritardi su tutta la linea.
Trenitalia denuncia infatti in una nota i “disagi creati ai passeggeri”, dovuti al fatto che è stato necessario staccare dal convoglio le due carrozze per sottoporle a disinfestazione. E che, per questo, sulle linee Alessandria-Novara, Alesandria-Savona e Savona Acqui, per tutta la domenica si è dovuto fare a meno di due vagoni.
Denuncia anche i “costi sostenuti e non previsti per l’azienda a causa di una serie di misure che sono state necessarie per affrontare una situazione senza preavviso”.
Siete contenti dei treni in ritardo per i ‘profughi’?
E domanda: se nel viaggio di ‘ritorno’ Trenitalia ha potuto agire perché avvisata della presenza di ‘pazienti’, all’andata, quanti passeggeri si sono beccati i parassiti dei profughi? E quanti, di questi casi, avvengono ogni giorno in Italia?
2 pensieri su “Trenitalia costretta a “staccare e disinfestare vagoni” causa profughi infetti”
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