Quella che si sta svolgendo a Quinto, paese vicino Treviso, è una battaglia per la nostra libertà. Normali cittadini che, d’improvviso, si sono visti scaricare da Renzi e le sue coop un centinaio di clandestini. Sul loro pianerottolo. Intollerabile.
La reazione furente è comprensibile. Anzi: è quello che dovrebbero fare tutti gli italiani appena un africano clandestino viene sbarcato sulle nostre coste dai galoppini di GC, Marina Militare e dai loro complici di Medici Senza Frontiere.
Per questo è non solo giusto, ma doveroso, che tutti i Patrioti convergano a Quinto, a dare man forte ai cittadini: perché lì si svolge una resistenza simbolica all’invasione. Perché dopo Quinto, toccherà alle vostre case. Una notte, d’improvviso.
Chi è in Veneto, invece di andare al mare vada a Quinto, a dimostrare che non ci faremo ‘africanizzare’ senza colpo ferire.
Non è una questione di appartenenza politica, è una questione di sopravvivenza etnica.
I residenti hanno acceso la miccia della rivolta. Che scoppi l’incendio.