Varoufakis contro Tsipras: “Ha tradito popolo”

Vox
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L’ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, sacrificato dal valletto della Merkel agli interessi Ue, attacca il premier Alexis Tsipras, dopo l’oscena resa di stanotte.

Lo fa in un’intervista al settimanale britannico NewsStatesman:

“Dopo la vittoria del no al referendum, avevo un piano per la Grecia ma non è stato appoggiato. Anzi Alexis Tsipras ha deciso ulteriori concessioni e ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati”.

L’ex ministro afferma di non aver firmato la precedente offerta della Troika, che definisce “generosa” rispetto al nuovo piano firmato da Tsipras, perché «impossibile, tossica, una di quelle proposte che si presenta quando non si vuole raggiungere un accordo».

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“Eravamo stati eletti per rinegoziare un programma di austerity che aveva chiaramente fallito, che negli ultimi cinque anni ha lasciato senza lavoro un terzo dei greci e creato la peggiore depressione in un paese avanzato dal 1930”.

SVELA IL RETROSCENA – Mentre la notte di domenica 5 luglio in migliaia erano a piazza Syntagma, sei membri del consiglio di Syriza hanno votato il piano di Varoufakis, che non è passato, bocciato quattro voti a due. Da lì, le dimissioni.

“Quella notte il governo ha deciso che la volontà della gente, il risonante “No”, non era quello che serviva per un approccio energico. Il No, invece, si sarebbe dovuto tradurre in maggiori concessioni alla controparte, con il nostro primo ministro che accettava la premessa che qualsiasi cosa accadesse, qualsiasi cosa facessero, non avrebbe mai risposto sfidando la Ue”.

«Essenzialmente questo significa smettere di negoziare».

“L’Eurogruppo è totalmente soggiogato dalla Germania – spiega – è un’orchestra diretta dal ministro Schauble. E l’Eurogruppo – prosegue – non è previsto da alcun trattato, ma ha il grande potere di determinare la vita degli europei, di decidere su questioni quasi di vita o di morte”.

Ma anche Varoufakis commette e ha commesso l’errore di non avere mai voluto veramente l’uscita dall’Euro. Sono tutti troppo ‘generazione erasmus’ per immaginare di essere ‘liberi’. Troppo soggiogati culturalmente al ‘progetto Ue’.