Come abbiamo già scritto in altri articoli, il documento che l’Eurogruppo ha consegnato al vertice dei capi di Stato e di governo è una dichiarazione di guerra alla Grecia. Nella quale, de facto, si chiede a Tsipras di rinunciare alla sua piattaforma politica votata dagli elettori, per applicare, invece, quella voluta dalla Ue: un colpo di Stato. Un’annessione.

La bozza elaborata dall’Eurogruppo con-
tiene un impegno di Atene a far passare
al voto del Parlamento immediatamente,
ed entro il 15 luglio, almeno sei misu-
re di riforma, fra le quali l’adozione
di un nuovo Codice di Procedura Civile.

Tra le riforme chieste: la razionaliz-
zazione del sistema di raccolta dell’I-
va, alcune misure per migliorare la so-
stenibilità di lungo termine del siste-
ma pensionistico, una normativa per la
piena indipendenza dell’Istituto di
statistica (Elstat), e la trasposizione
della nuova direttiva Ue per il salva-
taggio bancarie (Brrd).Tutte le propo-
ste legislative dovranno essere concor-
date con le Istituzioni (l’ex Troika).

Una resa incondizionata. In pratica, il programma di governo greco lo scrivono a Berlino.

Se i greci avessero una qualche dignità – governo e cittadini – uscirebbero sbattendo la porta.

Se non lo faranno, oltre a proseguire nel dissesto economico, diverranno sudditi.