Dopo 2 anni scoprono che i profughi in hotel sono clandestini: ma noi abbiamo speso 255mila euro

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C’hanno messo quasi due anni a capirlo, durante i quali gli ora ufficialmente clandestini (ma fino a ieri definiti profughi) sono stati ospitati a spese nostre in hotel. L’hotel e le coop hanno incassato 35 euro per ognuno di loro al giorno: 255.000 euro in un anno. Soldi rubati.

Così ieri sono stati prelevati da Lizzola per essere espulsi, o almeno ricevere un foglio di via: vacanza terminata in hotel.

Non che chi resta sia veramente profugo, solo che la commissione territoriale di Milano, costituita dal ministero dell’Interno e competente sullo status giuridico di ogni persona che ha raggiunto l’Italia e che ha chiesto asilo, ci mette quasi due anni a ‘scoprire’ che un senegalese o un pakistano non è un profugo. Anni nei quali le coop del PD e del Vaticano ingrassano.

Così, ieri pomeriggio, tre minibus con aria condizionata di cooperative che collaborano con la Caritas hanno raggiunto Lizzola, sotto la supervisione dei carabinieri. Venti ospiti di un paio di alberghi della località di Valbondione, sono stati fatti salire e poi trasportati a Bergamo. Il tutto su mandato della prefettura. Si tratta soprattutto di pachistani e bengalesi: la commissione territoriale ha accertato che i venti soggetti non possono essere considerati rifugiati politici, perché non risulterebbero in fuga da situazioni belliche o comunque di emergenza.

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Ma pensa. Non basterebbe guardare una cartina geografica?

Una decisione che arriva oltre un anno dopo il soggiorno dei venti soggetti a Lizzola: tempi di cui non bisogna stupirsi. A maggio di quest’anno era emerso chiaramente che, per valutare una singola posizione, la commissione territoriale di Milano, aveva bisogno di almeno 18 mesi.

Una lentezza molto gradita alle coop PD e del Vaticano, che consente loro di incassare fior di soldi. Anche perché, dopo il primo rifiuto, gli avvocati delle coop presentano ricorso: e continuano ad incassare fino all’appello.

Solo una settimana fa, a Filago, altri due clandestini camuffati da profughi, ospiti in una palestra, avevano detto chiaramente di non essere in fuga da una guerra: «Siamo riusciti ad arrivare in Italia solo per fare soldi, ed è qui che vogliamo restare».

Con la complicità di Renzi, Al Fano e dell’omino vestito di bianco.