Ue approva l’agenda gender: vietato opporsi

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EuroparlamentoLa Commissione Donne del Parlamento europeo ha approvato la scandalosa relazione dal titolo La formazione delle ragazze mediante l’istruzione nell’Ue, nota anche come rapporto Rodrigues, dal nome della socialista Liliana Rodrigues, l’eurodeputata che l’ha promossa.

Cosa raccomanda, tale testo, ai Paesi membri? Innanzi tutto, di introdurre misure in grado d’imporre l’uguaglianza di genere a tutti i livelli del sistema educativo, conseguenti programmi scolastici e relativa formazione degli insegnanti, in modo tale da creare sistemi che agevolino, promuovano, dirigano e valutino la parità sul fronte gender. Allo stesso modo reclama nelle scuole l’adozione di materiale didattico “adeguato”, libri di testo e non.

A maestri e professori, in particolare, chiede di eliminare nelle proprie classi stereotipi ed elementi “sessisti” a livello di linguaggio, illustrazioni e contenuti, anche extra-curricolari (come musica, film, letteratura,…) con l’obiettivo esplicito addirittura di cambiare attitudini, comportamento e identità di alunni ed alunne. In poche parole, si tratta di un programma totalitario, ideologico, devastante, mostruoso, alienante.

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Secondo Leonor Tamayo, presidentessa del gruppo Professionisti per l’Etica, il rapporto Rodrigues viola «le libertà di pensiero e di espressione, si impiccia della vita privata delle persone, ledendo anche il diritto dei genitori ad essere i primi e principali educatori dei propri figli». Un parere, questo, condiviso anche da altre organizzazioni simili, quali Europe for Family. Il testo in oggetto manca di una base giuridica legale e si pone in piena contraddizione con i trattati internazionali ed europei, nello specifico con il Principio fondamentale di sussidiarietà adottato dall’Ue, con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, con la corrispondente Convenzione europea e con il Patto internazionale dei diritti civili e politici.

«Non lo permetteremo», ha annunciato con fermezza Tamayo. V’è davvero da sperarlo.

In collaborazione con: nocristianofobia.org