Brescia: profughi in hotel di lusso, Luigi a mendicare – FOTO

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Luigi, breasciano, 54 anni. Mentre giunge notizia dell’ennesimo bando di Comune e Prefettura per piazzare altre migliaia di sedicenti profughi in hotel, lui sopravvive facendo l’elemosina.

Fino ad un anno fa lavorava in un cantiere. Non ha più un lavoro. Non ha una casa.

Le liste d’attesa per un alloggio popolare sono impossibili: piene zeppe di immigrati ‘senza reddito’.

Passa da un dormitorio alla stazione. E così via. Ma per lui non ci sono volontari della CRI o di altre Onlus a pagamento.

Ora, la struttura prefabbricata dove risiedevano circa una decina di senzatetto italiani è occupata dai ‘profughi’. Dal 20 aprile scorso.

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Così Luigi ‘vive’. Sopravvive di elemosina. Con la quale paga una stanza in affitto nell’appartamento di un amico: “Un giorno ho visto due ragazzi che mendicavano in stazione. Si mettevano vicino alle biglietterie automatiche e chiedevano le monetine. Con quello che raccoglievano a fine giornata si compravano l’alcol e la droga. Ho pensato che io avrei potuto pagarci l’affitto e il cibo, insomma mantenermi. Così ho cominciato a chiedere l’elemosina. All’inizio è stata dura a livello psicologico, ora ci ho fatto il callo.”

E’ dura la vita di un ‘mendicante italiano per caso’: per mantenersi il posto nel piazzale dell’ospedale ha dovuto vedersela con una zingara.

Luigi ha deciso di fondare un’associazione – la vuole chiamare Barbon Group s.p.a. – per far valere i diritti dei bresciani che hanno perso tutto come lui: casa, lavoro e una vita dignitosa:

“Le Istituzioni fanno la guerra ai poveri e non alla povertà. Aiutano solo gli immigrati e i profughi. Io vorrei una casa dove stare, un monolocale mio. Potermi pagare l’affitto con regolarità. Ma ho 54 anni e a lavorare non mi prende nessuno. Il Sindaco aiuta solo gli extracomunitari, io li porterei tutti a casa sua.”

Quanto schifo, verso chi accorre chiappe all’aria dai sedicenti profughi, e non aiuta il prossimo. Quello vero.