Immigrati possono pestare figli: “E’ la loro cultura”

Vox
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L’Alta Corte britannica ha giudicato il caso di un immigrato indiano che aveva preso a cinghiate moglie e bimbo di 7 anni come ‘normale’ perché bisogna tener conto di “quello che, quasi sicuramente, è un differente contesto culturale”.

Agli assistenti sociali il bambino aveva raccontato che il padre lo aveva colpito con una cinta su schiena e gambe. La mamma del bimbo ha confermato le accuse del figlio.

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Eppure, per il giudice, non ostante “l’aggressione particolarmente violenta” nei confronti della moglie, non può essere condannato per gli abusi sul figlio: “Non credo che ci sia stato nei confronti del ragazzo un trattamento punitivo talmente duro da meritare il termine di abuso fisico, dice la Corte, “Una certa tolleranza deve essere concessa per quello che, quasi sicuramente, è un differente contesto culturale. Con le numerose comunità che si sono da poco stabilite nel Paese, i bambini che si comportano male sono puniti fisicamente in modi che a tutta prima destano l’attenzione di chi opera per la difesa dei minori. In questo caso, però, il ragazzo sembra aver sofferto più per tristezza e dolore passeggero che non per quello che gli è stato fatto”.

Non è un caso raro. La legislazione britannica spesso concede legislazioni parallele all’interno delle varie comunità. In certi ambiti si ritiene ‘normale’ l’applicazione della Sharia.