L’incredibile storia del bus coi profughi diretto a Padova

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Ha dell’incredibile la storia dell’ultimo bus di clandestini inviato dal governo a Padova dalla Calabria: con un carico di africani.

Raccontano gli agenti, che l’autista del pullman partito dal Sud non capisse nulla. Ma non perché fosse sordo, no, era anche lui africano. Non si sa se anche lui un clandestino.

Più volte i funzionari della questura hanno tentato inutilmente di entrare in comunicazione con l’uomo alla guida del mezzo che stava portando i clandestini in città, provando a contattarlo al telefono per capire dove si trovasse e pianificare le procedure. Inutile.

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All’altro capo del telefono rispondeva sempre un cittadino marocchino, totalmente incapace di sostenere una pur minima conversazione in italiano o inglese. Promnunciava sempre e soltanto la parola “Mestre”.

Pare che poi sia – sfortunatamente – arrivato a destinazione. Nemmeno gli autisti dei bus sono italiani, anche quelli il ministero degli Interni li assume in Africa. Un governo di ladri. Di criminali.

Ma al di là di questo: come può un governo affidare un gruppo di clandestini appena sbarcati ad un autista marocchino, senza un agente, senza un responsabile della sicurezza. Sono questi i controlli anti-Isis?