Brescia: 5 milioni di euro per ospitare i ‘profughi’ in hotel

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Altri 200 sedicenti profughi si aggiungeranno ai 644 già ospitati nelle strutture di Brescia e dintorni.

A stabilirlo è la famigerata circolare del ministero dell’Interno che giace sul tavolo della Prefettura di Brescia.

Per l’accoglienza si leccano i baffi i 42 parassiti operatori che attualmente ospitano i clandestini: enti locali, cooperative e strutture alberghiere. Ma anche in questo caso il numero è destinato ad un rialzo.

Entro la fine di giugno il nuovo bando per altri 4 milioni e 800mila euro sottratti ai contribuenti: serviranno a mantenere i ‘profughi’ in hotel.

Stando a quanto riferito dal prefetto vicario Pasquariello, sono 27 li operatori che hanno fatto domanda, alcuni dei quali già impegnati nell’accoglienza.

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Intanto, a Gavardo: http://voxnews.info/2015/05/22/gli-anziani-non-rendono-mini-appartamenti-affittati-ai-profughi/

L’assessore alle attività produttive del comune, Angela Elisa Maioli denuncia: “Ci siamo trovati qua questi extracomunitari che non sappiamo chi sono. La situazione nel centro di Gavardo è già piuttosto complicata, per problematiche legate all’immigrazione e alla microcriminalità. Ormai sulle panchine e nella piazza ci sono sono loro e i gavardesi hanno paura ad uscire.”

“Non ho nulla contro di loro – racconta un macellaio – però ci sono degli anziani che fanno fatica a comprare il latte, prima bisognerebbe aiutare chi ha contribuito a costruire il paese. Stanno qua e cosa fanno?”. Spacciano, se va bene.

“Da 4 anni la situazione è fuori controllo – denuncia una commerciante – l’attuale giunta aveva promesso la rinascita del centro, invece è avvenuto il contrario. Succede di tutto: dallo spaccio di droga, alla prostituzione. Le mie clienti hanno paura e vengono malvolentieri e a rimetterci sono io. Ci sono molti extracomunitari che sono qua da anni e non fanno nulla dalla mattina alla sera. Li vedo io dalle vetrine del mio negozio, ormai conosco i loro movimenti e i loro giri, ma nessuno fa nulla.”

“Di sera non usciamo più – spiega il proprietario di un altro negozio – perché abbiamo paura. Certo non saranno i nuovi arrivati che fanno danno, ma tutto fa brodo.”