“Per Maddalena abbiamo presentato istanza di riesame al tribunale della libertà, le possibilità che torni libera non sono molte, considerando l’attenzione mediatica su questo caso, ma se la nostra richiesta dovesse essere accolta, potrebbe tornare in libertà durante la prossima settimana. Noi ovviamente difendiamo il diritto, non il delitto”.
E’ la tipica frase da avvocato, in questo caso, l’avvocato si chiama Carola Gugliotta, ed è il legale di Maddalena e Samuel, i due zingari che hanno ucciso la povera donna a Roma in un ‘incidente’ stradale.
Poi: “i soggetti in questione sono nullatenenti, sarà dura arrivare a un riconoscimento di natura economica – spiega il legale – Stando a quanto riferito fino a questo momento risulta che sia Maddalena che Samuel fossero sul sedile posteriore della vettura. Ovviamente questo è ancora al vaglio degli inquirenti. Con Samuel non ho potuto parlare, per ora c’è un divieto di colloquio col difensore imposto dalla procura, ho parlato solo con Maddalena che conferma quanto dichiarato dal suocero, anche lui indagato: loro riferiscono che in macchina in totale erano in quattro, non ci sarebbe una quinta persona”. Maddalena “non sta bene, l’incidente l’ha sconvolta – prosegue – Lei è molto turbata, la vettura non la guidava lei, quindi salvo la responsabilità che le si vuole attribuire nel procedimento penale non si può sminuire l’impatto che un episodio come questo può avere su una ragazza di diciassette anni”.
Se sono nullatenenti, a lei chi la paga? I contribuenti.
Riguardo alla pena che rischiano di avere i due ragazzi che non guidavano la vettura in questione, l’avvocato Gugliotta afferma: “L’imputazione che formula la procura è quella di concorso in omicidio volontario, ovviamente ci sarebbe rispetto alla pena massima lo sconto di un terzo previsto per la minore età. Tuttavia mi auguro che nel corso del procedimento questa imputazione venga modificata perché laddove si ritiene che si tratti di omicidio volontario dobbiamo ritenere la volontarietà del passeggero nel sedile posteriore di determinare un incidente che di fatto è stato causato soltanto dal guidatore della vettura”.
Poi la butta sul ‘razzismo’: “Un caso come questo deve destare sicuramente allarme sociale, noi difendiamo il diritto, non il delitto. Sicuramente l’etnia di appartenenza influisce sull’attenzione mediatica che può avere questo caso, sarebbe sciocco non sottolinearlo. La grande attenzione è data soprattutto dall’etnia di appartenenza di questi ragazzi. Certamente, comunque, non nella formulazione del capo d’accusa”.