Un guru indiano ha decapitato un bambino di cinque anni, per un sacrificio umano alla deità indù della morte, la dea Kali.
E’ accaduto a Rangapara, Assam.
Nanu Mirdha, 30 anni, ha decapitato il bambino con un machete dopo averlo trascinato nella sala di preghiera, dove il corpo insanguinato di Sajan Borsa – questo il nome del piccolo – è stato trovato senza testa e sanguinante.
Il sacrificio di bambini fa parte della tradizione del tantrismo, una serie di pratiche spirituali simili all’occulto occidentale.
Mentre nella cultura occidentale, le pratiche tantriche sono spesso associate con il sesso o lo yoga, in parti dell’India, soprattutto al nord, sono pratiche tipiche di una sorta di sciamanesimo.
Nelle regioni remote, i sacerdoti tantrici sono consultati su tutto, dalle liti coniugali alla salute, e pretendono di essere in grado di incanalare le energie dell’universo per risolvere i problemi.
La deità indù Kali, che è spesso raffigurata con una testa mozzata mentre indossa una collana di teschi, è spesso associata a sacrifici umani.
Non si sa esattamente quante persone vengono sacrificate ogni anno in India, anche se si stima siano centinaia, con donne e bambini come vittime più probabili in quanto sono più facili da rapire.