Boss scafisti confessa: “Mare Nostrum lo abbiamo voluto noi”

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Uno scafista ‘pentito’ ha raccontato alla Procura di Palermo come funziona la rete che gestisce il traffico di clandestini, chi ne è a capo e l’entità dei guadagni. Chi è a capo lo sapevamo anche noi: il governo italiano…

Il trafficante è stato arrestato un anno fa dalla polizia durante l’operazione “Glauco 1”. L’inchiesta della procura guidata da Franco Lo Voi punta al capo dell’organizzazione, Ermias, un etiope che da anni vive vicino a Tripoli. Si cerca anche la cassaforte dell’organizzazione dove, ogni mese, vengono depositati decine di milioni di dollari. E che si troverebbe a Dubai. Secondo i calcoli degli inquirenti, scrive ancora “l’Espresso”, i 41 mila migranti sbarcati da gennaio in Italia hanno garantito ai clan di trafficanti un incasso superiore ai 50 milioni di euro.

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Ha confessato che la scelta “di far partire relitti troppo carichi per provocare una strage”, serviva a ‘ricattare’ l’Italia perché intervenisse con le proprie navi a soccorrerli.

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In poche parole: Mare Nostrum lo hanno concepito loro. Il ‘nostro’ governo gli è andato dietro.