Presunte lettere ‘rassiste’: carabinieri ‘assaltano’ scuola e perquisiscono alunni

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E’ SUCCESSO QUALCOSA DI PAZZESCO, STAMANI A PISA

Probabilmente andrà a finire come il ‘caso’ Boateng, in nulla, dopo mesi e mesi di spese processuali a carico dei contribuenti. Ma intanto una pletora di psicopoliziotti è impegnato in una caccia a ‘non si sa cosa’.

Parliamo della bizzarra vicenda delle presunte lettere ‘rassiste’ ricevute dalla senegalese residente a Pisa e ‘geniale’ in Diritto.

Questa mattina c’è stato addirittura un blitz a scuola, degno della ricerca di un pericoloso latitante, da parte dei carabinieri di Pisa per eseguire perquisizioni a carico di tutti i compagni di classe dell’alunna senegalese. Che da oggi starà molto più simpatica ai suoi ‘compagni’.

Negli ultimi due mesi, l’africana avrebbe ricevute – avrebbe, perché potrebbe anche essere l’ennesima montatura – sette lettere anonime con insulti ‘rassisti’.

I militari, una decina, in divisa e in borghese, hanno agito su delega della procura dei minori di Firenze e sono arrivati nell’istituto intorno alle 9.30. Pazzesco. E ridicolo.

Sono entrati in aula e hanno intimato agli studenti di consegnare i propri telefonini. L’obiettivo della polizia sovietica, quello di cercare “tracce”. Le perquisizioni sono proseguite per tutta la mattinata e i ragazzi sono stati anche ascoltati singolarmente alla presenza di almeno un docente.

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In un caso, uno di loro si fatto assistere dal padre accompagnato dal legale di famiglia, mentre una mamma è stata presa a verbale in caserma perché voleva riferire circostanze che possono essere in qualche modo legate ai fatti. Poco prima dell’una, alla fine dell’orario scolastico, l’alunna senegalese ha lasciato la scuola. Gli altri no, perché le attività dei cosiddetti carabinieri sono proseguite a lungo. Per 7 presunte lettere. Mentre zingari piombano su donne innocenti e islamici programmano attentati.

Ora i telefonini dei ragazzi, tutti sequestrati, saranno accuratamente analizzati dai carabinieri alla ricerca di chat, messaggi o altri elementi che possano risultare utili alla loro folle inchiesta. Così come saranno scandagliati a fondo i profili social degli alunni ai quali i carabinieri hanno chiesto le password per potervi accedere senza restrizioni.

Non datele, che perdano tempo a trovarle da soli.

I magistrati non hanno nulla di serio da fare. Questi Carabinieri ci fanno quasi pena, costretti ad andare in scuole ad interrogare ragazzotti su presunte lettere. Che fine.

Non avendo altro da fare – pensiamo a islamici che pestano bambine perché indossano croci – il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi (nomen omen) ha incontrato il preside della scuola per informarsi personalmente della vicenda e gli ha chiesto di fare da tramite con la ragazza per esprimerle la vicinanza sua personale e del Governo.

Per alcune presunte lettere. Ci sarà da ridere, quando si scoprirà la verità sulla vicenda.