Udine: migliaia di euro per fare i denti nuovi ai ‘profughi’

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UDINE – Avevano occupato la caserma Osoppo, in via Brigata Re. Ieri, sabato mattina, gli uomini della Squadra volante e dell’Ufficio immigrazione hanno sgombrato l’edificio occupato abusivamente da quarantacinque clandestini afghani e pakistani. Risultati poi affetti da Scabbia.

Ormai si è sparsa la voce che in Italia ti mantengono.

Gli stranieri – 41 di nazionalità afghana (arrivati attraverso l’Austria e la Slovenia nei giorni scorsi e già fotosegnalati) e 4 pakistani – sono stati portati in Questura. Dopo avere gozzovigliato a spese nostre, hanno avviato la procedura per la richiesta di asilo e contestualmente è stata fornita loro l’attestazione di indigenza. Li manterremo noi. Incredibile.

“Sono tutti muniti di attestazione di indigenza – vaneggia il questore Claudio Cracovia – e quindi possono accedere alle strutture di accoglienza”. Prima glielo danno, e poi dicono che sono obbligati a tenerli qui per qualcosa che decidono loro: schizofrenia.

E ci arriva un’interessante testimonianza proprio dalla Questura di Udine. Un agente di Polizia denuncia come in Questura arrivino conti di migliaia di euro dai dentisti che curano questi sedicenti profughi. La questura gira il conto alla prefettura, che la gira a noi, e paga il dentista dei pakistani con i soldi delle nostre tasse: perché hanno il ‘certificato di indigenza’.

Noi parliamo di Udine, ma lo stesso avviene sicuramente ovunque, in Italia.

E magari, poi, ci sono anziani che non possono curarsi. Genitori che si indebitano per curare i figli. Fankyenge i prefetti, i questori e il governo.

 



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Come sempre, spuntano i paladini (cazzari) dei clandestini, in questo caso sdentati:

 

Migliaia di euro per i denti nuovi ai profughi? http://ow.ly/2YyXE1

Posted by Bufale un tanto al chilo. on Martedì 12 maggio 2015

E come sempre confezionano il solito articolo privo di riferimenti reali, nel quale non smentiscono la notizia, ma la giudicano razzista. Con una prosa alquanto incerta e oseremmo dire dozzinale, si cerca di offendere chi ha scritto questo articolo e le migliaia di italiani che lo hanno letto, definendoli ‘idioti’. Al che non possiamo che pensare al principe Myškin ed accettare – sia chiaro con modesta deferenza – la definizione. Noi siamo idioti.

Quanto all’invito a trasferirci in Russia, è una speranza che il simpatico Signor Charrington di Butac può anche riporre nel piccolo sgabuzzino che chiama cervello. L’Italia non la lasciamo a piccoli individui come lui.




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