Questa foto è interessante e piuttosto esplicativa per quanto riguarda gli sbarchi dei cosiddetti profughi: tutti maschi, giovani, ben vestiti (per i loro gusti) e con telefonini e musica alle orecchie. Non proprio la visione che ci si aspetterebbe in disperati in fuga da guerre e persecuzioni:

Per utilizzare un’analogia cara a Morandi, queste sono foto di profughi italiani dall’Istria, dopo l’occupazione slava:

La prima cosa che salta all’occhio: famiglie. Non uomini soli. Perché i profughi sono composti da famiglie.

E c’è da dire che gli istriani ebbero il tempo di preparare alcune cose. Non così molti profughi moderni dalla Siria:

Ancora: famiglie. Con quello che hanno trovato al momento della fuga.

Non giovani annoiati e imbronciati connessi con gli amici rimasti per avvisarli che sono arrivati da quegli ‘imbecilli’ degli italiani che li ospiteranno in hotel.

Giovani imbronciati e annoiati che sono il ‘frutto’ di decenni di politiche autolesioniste di aiuti umanitari, che continuano, ed hanno trasformato l’Africa in una bomba demografica che era pronta ad esplodere ed ora è effettivamente esplosa.

Finché non la smetteremo con gli aiuti ‘umanitari’, o non li legheremo ad un processo di controllo demografico, continueranno a moltiplicarsi: e il numero genera anche volontà di emigrazione e colonizzazione di altre terre, e nelle loro classi dirigenti il duplice effetto di liberarsi della popolazione eccedente, spesso giovanotti pericolosi. Pericolosi anche per noi. Soprattutto per noi.