La bufala dei ‘profughi’: i dati ufficiali, clandestino il 95% di chi sbarca

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Mentre i media di distrazione di massa continuano ad usare il termine ‘profugo’ per ogni immigrato che sbarca, la realtà è molto diversa.

La stragrande maggioranza proviene da Paesi, soprattutto africani, senza guerre, persecuzioni o massacri etnici.

Si tratta, invece, di individui benestanti – altrimenti  non potrebbero permettersi il costo del biglietto – in cerca di ulteriori opportunità. Spesso di essere mantenuti.

Per capire meglio chi sono realmente gli immigrati che in questi mesi vengono trasferiti nei centri di accoglienza italiani, possiamo analizzare il caso del Veneto.

Lo facciamo dati alla mano delle pratiche esaminate dalle «Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale» che da marzo hanno sede a Padova (con competenza anche sulle province di Venezia e Rovigo) e a Verona, che esamina le domande di asilo provenienti da Vicenza, Treviso e Belluno, oltre che da Trento e Bolzano.

Le due Commissioni hanno ricevuto oltre duemila richieste di protezione provenienti dal Veneto. Di queste, in un mese di attività ne sono state esaminate 168, col risultato che circa il 60 per cento delle pratiche viene respinto immediatamente, perché chi lo richiede non ha neanche le caratteristiche minime necessarie a ottenere lo status di rifugiato, e nemmeno la «protezione sussidiaria » prevista per chi fugge da un Paese in guerra.

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Ad un altro 20 per cento, invece, viene concesso un lasciapassare temporaneo: ma non perché siano profughi, solo perché sono minori, o  donne in gravidanza.

Significa che l’80 per cento di chi sbarca è un mero clandestino. Attenzione: questo non significa che il 20% sia profugo, significa solo che servono ulteriori controlli.

Per Trentino e Veneto, su 204 domande esaminate, solo 13 sono risultate idonee all’asilo politico: circa il 5%.

Infatti, quasi la totalità di chi sbarca proviene da Bangladesh, Pakistan o Nigeria — spiega la presidente della commissione territoriale di Verona, Adriana Sabato.

Il problema è che, nel frattempo, rimangono ospiti a spese nostre degli hotel.

Anche perché, dopo la bocciatura della richiesta, l’iter prevede che i clandestini possano presentare ricorso in tribunale (avvocato pagato da noi) e attendere in Italia la sentenza definitiva. Campa cavallo.

Siamo difronte ad una invasione di coloni spacciata per emergenza umanitaria da chi comanda e dai propri galoppini della stampa.




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