Sudafrica: Assalti contro gli immigrati congolesi, case e negozi dati alle fiamme – Esecuzioni

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E’ ancora caccia agli immigrati nel Sud Africa arcobaleno di Mandela. Gli assalti sono stati particolarmente pesanti a Durban e si sono poi estesi alle città vicine: cinque morti, tra cui un ragazzino di 14 anni.

Dei 250 immigrati aggrediti, quasi tutti vengono dalla Repubblica Democratica del Congo. Oltre 5 mila immigrati sono stati sloggiati, le loro abitazioni e negozi date alle fiamme. Forse Kyenge dovrebbe andare nel ‘paradiso antirazzista’ a parlare di integrazione.

 

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Tre mesi fa, era stata la volta di Soweto, lo slum di Johannesburg icona progressita della lotta contro l’apartheid. E non è la prima volta: in questi anni in Sudafrica ci sono stati moltissimi moti popolari contro gli immigrati che hanno fatto decine di vittime.

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Gli immigrati vengono uccisi con il ‘collare di fuoco’, un metodo di esecuzione che consiste in un copertone incendiato messo attorno al collo della vittima, in passato usato contro i ‘collaborazionisti’ dei bianchi.

Gli attacchi di questi giorni sono iniziati dopo un discorso del re degli Zulu, Goodwill Zwelithini kaBhekuzulu che ha molta influenza nella provincia sudafricana del KwaZulu-Natal, abitata dall’etnia Zulu, quella del presidente Zuma.

Il re ha invitato gli immigrati a “tornarsene a casa”.

Edward Zuma, figlio del presidente, ha detto che gli stranieri “si stanno prendendo il paese” e che il Sud Africa “è seduto su una bomba a orologeria”. In SA, la disoccupazione è al 24 per cento, ma per i canoni africani è una società ricca ed evoluta: non è un caso sia l’unica con una consistente presenza di bianchi.

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La situazione è talmente grave, che il governo del Malawi ha avviato un’operazione di rimpatrio a proprie spese. Tra le ultime quattro vittime, venerdì c’è stato anche un cittadino etiope, il cui negozio è stato incendiato a colpi di Molotov da una folla inferocita.

Se lo fanno gli ‘antirazzisti’ sudafricani…