Politico aveva programma per ‘islamizzare le città’: si era già infiltrato in partito

Vox
Condividi!

Il candidato del partito conservatore britannico – figlio di immigrati pakistani – di cui abbiamo già parlato, si è scoperto essere membro di una setta islamica fanatica.

Influenza: Amin Afzal con l'ex presidente Tory Baroness Warsi
Nella foto è con la Kyenge ‘britannica’, la Baronessa Warsi, ministro del governo di Cameron

 

Afzal Amin ha sempre asserito di avere lasciato il gruppo da giovane, ma si è scoperto un libro del quale è autore, pubblicato anni dopo l’ abbandono e rivolto ai soli membri dell’organizzazione. Il libro critica il gruppo estremista, definendolo ‘non abbastanza radicale’.

Nel libro chiama gli immigrati al jihad per stabilire uno stato islamico in Europa. Amin si difende dicendo che ‘le sue parole sono state manipolate per includere posizioni estremiste’.

Nel pamphlet svilisce le donne e chiede che i ristoranti che servono alcol vengano bruciati.

Vox

Scrive: “I miei problemi con la comunità di Birmingham cominciarono quando mi sono reso conto che eravamo tutti analfabeti, in termini di Shar’iah (legge islamica), ignoranti, e nessuno aveva un piano per prenderci la città in cui abbiamo vissuto”. Lui ce l’aveva: infiltrarsi nei partiti politici.

“La mia spinta per lo studio della Shar’iah e per un Islam militante hanno portato alla mia espulsione”. Quindi espulso da una setta estremista perché troppo estremista…ed era candidato con il partito di Cameron, che è nel PPE all’Europarlamento, alleato di FI ed NCD.

“Quelli di noi nelle città d’Europa hanno bisogno di liberarsi economicamente dai kafir [infedeli] dalle istituzioni, statali e private, creando le nostre zone di commercio, moneta islamica … e la costruzione di villaggi indipendenti per i musulmani, da dove i mujahidun [guerrieri del jihad] possono partire e conquistare terre che istituiscano Dar al-Islam [una regione musulmana]”.

Un vero e proprio programma di islamizzazione. E’ la prima volta che un libro del genere, scritto da un politico infiltrato, emerge.

Sono tra noi. E attenti: anche noi abbiamo il nostro Afzal Amin: si chiama Chaouki, e presto vi diremo perché.