I giapponesi sono ‘razzisti’ perché vogliono rimanere giapponesi

Vox
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Si chiama Ariana Miyamoto, ha 20 anni ed è convinta di essere giapponese. E’ l’ultima invenzione dei media di distrazione di massa: la miss ‘giapponese’ mezza africana, o ‘di colore’ come dicono loro.

La sua elezione – probabilmente costruita a tavolino proprio per trascinare anche il Giappone nella cloaca multietnica – a Miss Universo Giappone, non è piaciuta ai giapponesi. Che consapevoli del declino e del degrado portato dall’immigrazione per avere visitato negli anni le città occidentali, non vogliono importare la pratica a casa loro.

Secondo i media di distrazione di massa, non accettare che a rappresentare 120 milioni di giapponesi sia una ragazza che poco ha di giapponese, è ‘razzismo’. Ovvero lo psicoreato più diffuso e più temuto da chi comanda.

Un razzismo che, dicono loro, non è nuovo nella storia nipponica: confondono l’orgoglio della propria identità con il disprezzo della identità altrui. E’ un errore che fanno tutti i sotto dotati intellettualmente.

In realtà, il vero razzismo, non è in chi difende le differenze e le peculiarità, è in chi vuole con tutte le sue forze devastare etnicamente le società nazionali per erigere un nuovo impero multirazziale. Perché è il modo migliore per eliminare il concetto stesso di democrazia, forma di governo improponibile in società non omogenee.

Chi è il vero razzista, chi vuole i giapponesi, gli italiani e i congolesi o chi vuole un essere indistinto che non è nessuno di quei tre? Quale, la differenza tra chi vuole eliminare tutti i popoli perché esista, alla fine, solo un popolo, il suo; e chi vuole lo stesso per mezzo della indifferenziazione razziale? L’ideologia del ‘mulatto’ è solo un genocidio di tutti i popoli con altri mezzi.

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Potete definire ‘razzista’ un bianco che desidera la sopravvivenza dei giapponesi?

Se un africano può essere a seconda del luogo di nascita italiano o giapponese, allora i termini ontologici ‘italiano’ e ‘giapponese’ perdono ogni significato: ed è questo l’obiettivo finale del Sistema.

Di quella élite globale che vuole un ‘mondo nuovo’: senza confini, senza appartenenze e senza responsabilità. Il parco giochi delle multinazionali e l’incubo dei popoli.

E’ questo il vero scontro, tra le civiltà e l’in-civiltà dell’indeterminazione e della dissoluzione.

 

Fonte: Identità.com