Brescia, la guerriglia dei clandestini: volevano strage, taniche di benzina da lanciare contro agenti

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“Le scene viste sabato pomeriggio in centro a Brescia sono inaccettabili, così come sono inaccettabili gli atteggiamenti dei soliti professionisti della guerriglia urbana che hanno come passatempo preferito l’attacco agli agenti delle forze dell’ordine. Brescia non si riconosce in queste manifestazioni violente.

Questi estremisti dovrebbero imparare il rispetto delle regole, delle istituzioni e della convivenza civile prima di ergersi a paladini della moralità. Gli attacchi alla questura per la mancata concessione dei permessi di soggiorno sono totalmente fuori luogo e mi auguro anzi che tutti coloro i quali siano riconosciuti come clandestini vengano immediatamente espulsi da questo Paese anche in seguito a quanto hanno fatto sabato pomeriggio nella città che li ha ospitati.

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Esprimo dunque la mia solidarietà agli agenti delle forze dell’ordine e ai rappresentanti delle istituzioni che hanno subito aggressioni fisiche o verbali durante la manifestazione”. Queste le parole di Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza e Immigrazione della Regione Lombardia in merito alle violenze da parte dei clandestini nella manifestazione che si è svolta sabato nel centro di Brescia. Città occupata.

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Nel pomeriggio di sabato 21 marzo, immigrati sostenuti dai delinquenti del centro sociale Magazzino 47 hanno assaltato il cordone di polizia che scortava la manifestazione. Nel corso della protesta, che ha causato numerosi danni e disagi al traffico, bloccando anche il ring e piazzale garibaldi, sono stati dati alle fiamme dei cassonetti.

Gli scontri sono avvenuti lungo via San Faustino, in centro storico. Gli hanno anche tentato di sfondare il cordone della celere per raggiungere piazza Loggia, vietata da un’ordinanza del questore per tutelare i beni artistici. Le macchine dei cittadini chi le tutela?

Trovate anche taniche di benzina sul furgone che accompagnava il corteo dei clandestini. Solo tre gli identificati. I clandestini esigono il ‘permesso di soggiorno’.

E’ tempo di aspettarli in piazza. E’ tempo di scontri in piazza.




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