Bambina costretta a frequentare scuola Sikh

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Ormai gli europei sono ospiti in casa propria. Accade così, che in Inghilterra una bambina inglese autoctona venga costretta a frequentare una scuola Sikh.

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La madre della piccola è sconvolta: “mia figlia diventerà parte di una minoranza religiosa”. Kirsty Jarvis, questo il nome della madre, ha denunciato ai media britannici che sua figlia di 11 anni, che a settembre frequenterà la scuola secondaria (le nostre medie), è stata destinata dalle autorità alla Khalsa Academy, una scuola paritaria di fede Sikh inaugurata nel villaggio di Stoke Poges, Buckinghamshire, nel settembre dello scorso anno, nonostante le proteste dei residenti.

La signora Jarvis, che vive nel vicino villaggio di Farnham, ha detto che la maggior parte degli amici di Freya sono stati assegnati ad una normale scuola nella città di Beaconsfield.
“Siamo una famiglia cristiana praticante, non vedo perché mia figlia dovrebbe frequentare una scuola Sikh,’, ha detto la donna.

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“Anche se è aperta a tutti, ogni giorno portano gli studenti fuori per le preghiere del mattino e mia figlia sarebbe isolata”. Siamo a questo punto, isolati in quelle che sono nelle nostre terre, per colpa di un becero fanatismo multietnico.

La Khalsa Academy ha 180 alunni, c’è stata una battaglia legale per impedire l’apertura della scuola dopo che la gente a Stoke Poges protestato, preoccupata per il traffico e la ‘urbanizzazione’ del loro villaggio. Che sono scuse per non ammettere una cosa: il non volere corpi estranei.

Un portavoce del Buckinghamshire County Council, ha risposto: “Quando non possiamo soddisfare le preferenze di un genitore, mettiamo il figlio nella scuola più vicina. Nel caso della signora Jarvis, Khalsa Academy è la scuola più vicina”.

In GB il sistema scolastico prevede scuole gestite privatamente (quasi sempre religiose) ma dipendenti dallo Stato. Ecco perché la bambina è stata gettata in mezzo ai Sikh.




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