Senegalese: “Ho l’Ebola!”, e semina il panico in città

Vox
Condividi!

«Aiutatemi, ho l’Ebola». Così un senegalese di 39 anni si è presentato al Pronto soccorso del San Vincenzo di Taormina. Ieri. I sanitari hanno inviato gli esami allo Spallanzani di Roma, ma pare che si tratti di un problema mentale, l’ennesimo che riguarda un immigrato africano, più che di Ebola. L’uomo è in isolamento, ma non ha febbre.

Ma la storia è tipica della situazione di ordinaria follia in cui versa l’Italia. L’immigrato arriva in ospedale, teme di aver contratto l’Ebola, racconta ai medici di avere febbre alta e sangue nelle feci. Poi, improvvisamente, si allontana per le vie di Taormina. Scatta la caccia delle forze dell’ordine, che lo cercano prima in via Gramsci, dove risiede dalla scorsa estate, e poi lo individuano in via Campanella. Viene contattato un mediatore culturale, in modo da facilitare le comunicazioni con il paziente: invece di sbatterlo in cella, chiamano il ‘mediatore culturale’.

Vox

I medici dispongono il trasferimento nel nosocomio messinese di viale Gazzi, dove si attiva il protocollo. Durante il viaggio in ambulanza, il paziente mostra segni di nervosismo e a fatica si riesce a contenere la sua rabbia. Due Volanti della polizia scortano il mezzo del 118. Nel primo pomeriggio l’arrivo al Policlinico e il successivo ricovero nel reparto di Malattie infettive, in una zona isolata e protetta.

Non esiste zona isolata e protetta dalla follia dell’immigrazione.