Clicca ‘mi piace’ su questa foto: arrestato all’aeroporto

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La foto ritrae la moschea di Al Masjid Al Haram come un tempio indù, modificata con i simboli indù sulla Kaaba, la pietra sacra (che era in realtà un idolo politeista) al centro della moschea.

Viaggio alla Mecca

Un cittadino saudita che ha visto il post ha denunciato l’uomo alla Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio (l’UNAR locale), che ha compiti di polizia religiosa.

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L’indiano è stato arrestato in aeroporto. Lui, in realtà, è ‘colpevole’ solo di avere cliccato ‘mi piace’ e condiviso la foto. Tuttavia, dal momento che questa è apparsa sulla sua pagina Facebook, gli investigatori hanno detto che l’indiano è colpevole di violazione delle leggi informatiche del paese che puniscono la produzione o la diffusione di qualsiasi materiale che vada contro valori religiosi (la Legge Mancino del luogo). L’uomo rischia fino a cinque anni di carcere e una multa fino a tre milioni di riyal.

Per gli investigatori l’atto del indiano un “reato grave”.

L’Arabia Saudita è nota (del resto come l’Italia, cambia solo la religione di Stato, lì l’Islam, qui l’antirazzismo) per reprimere pesantemente i messaggi internet che violano i cosiddetti valori religiosi. Il blogger Raif Badawi è stato recentemente condannato a 1.000 frustate e dieci anni di carcere.