“Ci vuole un’informazione più corretta sull’immigrazione”: nuova stretta della Carta di Roma alla libertà di stampa

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Sempre più emergenza totalitarismo ‘politically correct’, nel nostro paese

Non sanno più cosa fare, cosa inventarsi, per convincere il popolo italiano che farsi invadere dall’Africa ( pagando anche per l'”affare”), sia “cosa buona e giusta”.
Così ecco che oggi, durante l’assemblea nazionale dell’associazione “Carta di Roma”, si è preso di petto il problema del rapporto tra immigrazione e “informazione corretta”.

La Carta di Roma, per chi non lo sapesse, è un’associazione che ha il ‘nobile’ compito di preoccuparsi che i giornalisti italiani rispettino il cosiddetto “Protocollo deontologico per richiedenti asilo e rifugiati”.
Ovvero, per fare un’esempio, è grazie alla Carta di Roma che il termine clandestino è andato improvvisamente estinguendosi nei mass media, generalmente sostituito da ‘migrante’ che, tutto d’un tratto, da termine utilizzato per definire rondini et similia, si è ritrovato termine egemone nei media ( e di riflesso nel dibattito politico e nella burocrazia) per definire chi entra illegalmente in Italia. C’è da dire, anzi, che la sua egemonia è stata raggiunta così d’improvviso, da far quasi venire il dubbio che in realtà non avessimo davvero sempre usato tale demenziale termine.

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Ad ogni modo, come scritto, oggi si è tenuta l’assemblea nazionale di tale ‘meravigliosa’ associazione.
Due i punti chiave:intanto si è deciso un ampliamento del direttivo di tale associazione, di cui già fanno parte come ‘invitati permanenti’: l’ Unar ( quello che manda lettere minatorie a chi parla male degli stupratori) e l’Unhcr, il vecchio ‘posto di lavoro’ della ‘Presidenta Boldrini’.

Ma non meno inquietante l’altro punto che è stato trattato: ovvero un programma di formazione appositamente predisposto nelle redazioni e nelle scuole di giornalismo…Insomma, è bene far comprendere subito ai pennivendoli di domani, che ci sono argomenti su cui devono essere molto “timidi”.

La logica censoria che muove quest’associazione, è la stessa che sta dietro la Legge Mancino: parlar male di categorie che per convergenze di ideologie e interessi, sono protette ( come immigrati e africani) non è libertà d’espressione ma parola d’odio; o come si dice nella lingua di Albione: “hate speak”. Per tale visione ideologica portata avanti dalla Carta di Roma, dunque, qualsiasi legame tra immigrazione e “negatività” non può strutturalmente esistere, e anche esistesse non se ne deve parlare.
E vengono i brividi a pensare che è proprio questo clima di censura, questo terrore di ‘macchiare’ l’immigrazione, che ha permesso alle reti di stupratori pedofili pakistani in Gran Bretagna, di prosperare per anni..