Genesi di una bufala: il ‘sondaggio’ su ISIS

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“Il sondaggio: il 20 per cento degli italiani sogna una missione con l’Isis”

«Un viaggio avventuroso, qualcosa di diverso dal solito, mi potrebbe interessare». Lo Stato islamico piace. E soprattutto piace sempre di più ai romani, angosciati dal futuro e dalla mancanza di lavoro. Al 18% degli intervistati non dispiace finire in un campo di addestramento dell’Isis. E il 3 per cento potrebbe essere affascinato dalla missione terroristica. Incredibile ma vero. Il Califfato non incassa il gradimento di musulmani, parenti di combattenti negli scenari di crisi mediorientali o nel Nordafrica in subbuglio. Chi ne parla bene potrebbe essere il vicino della porta accanto.

È il quadro che esce fuori dall’analisi demoscopica «Isis foreign fighter: uno studio pilota sulla vulnerabilità’ alle tecniche di reclutamento dei giovani occidentali», condotta dagli esperti Marco Strano (psicologo e criminologo, presidente del Centro studi per la legalità, sicurezza e Giustizia e direttore scientifico dell’ International forensics consulting team ) e Mark Palermo (presidente della Law&Behavioral Foundation . Un duo di prof che dal 2014 lavora proprio in collaborazione con la Fondazione olandese Law&Behavior ).

I risultati hanno già fatto il giro della comunità scientifica internazionale, pubblicati sulla rivista italiana Psychiatry online . Il lavoro è stato svolto prima dell’attentato di Parigi, avvenuto a gennaio scorso. Una tempistica che andrà considerata. Ha interessato Roma, la grande metropoli. Gli esperti hanno passato al setaccio le zone affollate, i centri commerciali, i locali frequentati da universitari e non solo. Hanno somministrato le domande del sondaggio a tremila soggetti, dai 18 ai 50 anni di età. Per la metà il campione sotto esame è composto da diplomati mentre l’altra parte ha una laurea in tasca. Sono state elaborate solo le risposte degli uomini. Ma le interviste hanno riguardato anche il gentil sesso e non è escluso che in futuro saranno elaborate fornendo qualche osservazione in più.

La novità è che il 10% giudica il piano Isis «avventuroso». Certo, ci sono le opinioni opposte, in linea con il sentire comune. C’è chi vede la missione come «qualcosa di cui poi vergognarsi e che deve essere mantenuta segreta» (24%). Oppure «un’azione autodistruttiva» (71%). Eppure c’è chi non ha problema a dichiarare che partire per un campo di addestramento Isis è «qualcosa di completamente diverso dal solito» (18%). Ancora: «Qualcosa da raccontare per tutta la vita» (6%). Vestire una uniforme e sottoporsi a un addestramento militare in uno scenario di guerra sarebbe «una esperienza che potrebbe anche essere interessante» (20%). Di più: se mi si presentasse l’occasione di effettuare una breve esperienza di combattimento con l’Isis «forse mi potrebbe anche interessare», confessa il 3%.

Insomma, c’è da riflettere. Le prime considerazioni le fa Marco Strano, uno degli autori della ricerca. «Il fascino della guerra santa – commenta – sta conquistando numerosi giovani europei, statunitensi e australiani, alcuni già di religione musulmana e tipicamente di seconda generazione, altri che invece si convertono all’Islam contemporaneamente alla scelta di andare a combattere in Siria e in Iraq a fianco dell’Isis. Tra questi ultimi – continua – anche alcuni italiani sono stati affascinati da questo percorso. Il fenomeno dei giovani occidentali affascinati dall’estremismo islamico sta mettendo in allarme le strutture di intelligence statunitensi ed europee che si interrogano sul fatto se tale contesto possa essere o meno un fenomeno passeggero o se invece si possa trattare di una situazione in evoluzione. Il dato che salta agli occhi – ragione il criminologo – è che le risposte che esprimono favore per l’Isis colpiscono, sono impressionanti. Ma vanno accompagnate da un’altra forte sensazione manifestata delle persone che si sono prestate al sondaggio e che rientrano nelle inedite percentuali. L’88% di loro – osserva Strano – è molto preoccupato per il futuro, specie il gruppo composto da persone che hanno un’età dai 18 ai 29 anni. Un ingrediente che può avere il suo peso. In conclusione, l’impressione è che si aderisca a una esperienza perché adrenalica».

Così, scrive il Tempo di Roma.

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In realtà, la suddetta rivista non è la ‘comunità scientifica internazionale’. Come saprete, i sondaggi, perché abbiano una base scientifica – sempre che sia ‘scienza e non ieromanzia’ – devono essere raccolti in modo il più possibile rappresentativo, e non certo nei centri commerciali. Già questo dovrebbe, a giornalisti seri, fare prendere la presunta ricerca e cestinarla. Soprattutto quando ‘strilla’ risultati totalmente incredibili. Ve li immaginate voi il 20% degli italiani (quelli veri) che vogliono arruolarsi con ISIS?

Ma per renderci conto di come nasca una bufala, il cosiddetto ‘effetto valanga’, è interessante notare subito una cosa leggendo come ilGiornale la riprende:

Ma come gli italiani percepiscono l’Isis? In quanti sarebbero pronti ad arruolarsi in nome di Allah per la jihad? A dare qualche risposta a queste domande ci ha provato uno studio pubblicato dalla rivista italiana Psychiatry online e realizzato da Marco Strano, psciologo e crimnologo, e da Mark Palermo (presidente della Law&Behavioral Foundation). Il quadro che emrge dalla rilevazione è abbastanza inquietante. Al 18% degli intervistati non dispiace finire in un campo di addestramento dell’Isis. E il 3 per cento potrebbe essere affascinato dalla missione terroristica. Insomma a quanto pare la “guerra nel nome di Allah” non affascina solo gli stranieri di fede islamica che vivono in Italia, ma anche diversi italiani.

I ricercatori hanno somministrato le domande del sondaggio a tremila soggetti, dai 18 ai 50 anni di età. Per la metà il campione sotto esame, come racconta Il Tempo, è composto da diplomati mentre l’altra parte ha una laurea. Il 10% giudica il piano Isis “avventuroso”. Certo, ci sono le opinioni opposte, in linea con il sentire comune. C’è chi vede la missione come “qualcosa di cui poi vergognarsi e che deve essere mantenuta segreta” (24%). Oppure “un’azione autodistruttiva” (71%). Eppure c’è chi non ha problemi a confessare che l’esperienza in un campo di addestramento Isis è “qualcosa di completamente diverso dal solito” (18%). Ancora: “Qualcosa da raccontare per tutta la vita” (6%). Vestire una uniforme e sottoporsi a un addestramento militare in uno scenario di guerra sarebbe “una esperienza che potrebbe anche essere interessante” (20%). Numeri che di certo fanno pensare. Ma va detto anche che il 71 per cento degli intervistati definisce un’eperienza nell’Isis “autodistruttiva”. Il dato sconcertante è che non tutti la pensano così.

Ecco che i ‘frequentatori romani di centri commerciali’ diventano i ‘romani’ e poi gli ‘italiani’ in generale per ilGiornale.

Come nella divisione cellulare, il fenomeno di ‘copiatura’ genera continui ed infinitesimali errori che a cascata finiscono per danneggiare l’organismo: in questo caso, la verità.