Marx detta la linea al Papa

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Progressisti sempre all’attacco con sospetta insistenza, in un’offensiva divenuta ormai senza quartiere. In un’intervista concessa al gesuita Luke Hansen per America Magazine, il Card. Reinhard Marx ha dettato la linea per il prossimo Sinodo sulla Famiglia e avverte già: non sarà nell’ottica «del “tutto o niente”, non possono esserci vincitori e vinti, questo non sarebbe lo spirito» giusto. Invece deve, a suo avviso, muoversi nella prospettiva del compromesso col mondo per «aiutare ad incontrare la verità», “declassando” «l’Eucarestia» a semplice «medicina: dobbiamo trovare delle strade grazie alle quali la gente possa riceverla», dimenticando come Essa sia prima di tutto «comunione della vita divina» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1325) e non possa quindi strutturalmente esser data a chi la comunione l’abbia spezzata. Bontà sua, il Card. Marx specifica come l’ultima parola su questi aspetti non spetti comunque al Sinodo medesimo, bensì «ad un Concilio o al Papa», spingendo così tra le righe per il “parlamentarismo ecclesiastico” e, perché no?, magari anche per un Vaticano III…

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Secondo lui, tutto andrebbe posto nell’ottica dell’«aggiornamento», matrimonio in primis: non vi sarebbero certezze, punti fermi, principi non negoziabili, sarebbe anzi «la dottrina» a doversi «adattare sempre» ai «nuovi cammini intrapresi per capire ciò che Gesù disse». Si dice colpito da quei giovani «cattolici omosessuali attivi» pronti a ricercare «relazioni» fatte per «durare tutta la vita», il che, secondo lui, sarebbe «cosa buona e giusta», non essendo la «dottrina della Chiesa» loro «estranea». Evidente la sua piena sintonia col Vescovo di Anversa, pronto a “benedire” questo tipo di “unioni”, purché i due partner siano «fedeli» ed impegnati nella carità verso «i poveri», insomma che seguano alla lettera il programma del “politicamente corretto” e “moralmente corrotto”. Lo stesso dicasi per i matrimoni civili conseguenti ad un divorzio e per i rapporti prematrimoniali.

S’affretta ad assicurare come molti padri sinodali siano d’accordo con le sue tesi, benché con tutta evidenza in contrasto con la Scrittura, la Tradizione ed il Magistero bimillenario della Chiesa Cattolica. Ma se così è, non sorge il dubbio che tale contrasto sorga da una causa precisa e da un motivo fondato?

In collaborazione con: nocristianofobia.org