Ragazzino stuprato dai compagni marocchini: chiede risarcimento al governo

Vox
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Sono passati otto anni da quell’infame assaggio di società multietnica, il 20 aprile del 2007, quando due coetanei marocchini e suoi compagni dell’istituto Ipsia “Fratelli Taddia” di Cento lo chiusero nel bagno della scuola per stuprarlo, come si usa in alcune zone del mondo, filmando poi la scena per diffondere il video. Approfittando del suo handicap mentale.

Ai due, allora sedicenni, venne inflitta una non condanna di soli 4 anni e mezzo da parte del tribunale dei minori. Alla vittima, all’epoca 15enne, neanche un euro di risarcimento per quel crimine efferato e crudele che ancora oggi condiziona la sua vita: per l’impossibilità di costituirsi parte civile in un processo che vede imputati dei minorenni.

La sua storia è di quelle ‘simbolo’ del problema della tanto decantata e desiderata ‘integrazione’ dei figli di immigrati nelle nostre scuole.

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Ora, il ragazzo e la sua famiglia hanno deciso di chiedere il risarcimento sempre mancato alle cosiddette ‘istituzioni’: del resto sono le istituzioni che hanno vomitato in Italia milioni di immigrati coi quali siamo forzatamente obbligati a convivere.

“Tutto – spiega l’avvocato Ricciuti – verte attorno al fatto che i professori avevano sottovalutato la situazione, visto che sia gli alunni che il corpo docente erano al corrente del disagio che provava questo ragazzo e dei comportamenti di cui era vittima. Sarebbero potuti intervenire? Si, potevano vigilare, fare di più. Nelle testimonianze rese nel primo processo studenti e insegnanti hanno sempre detto di conoscere la situazione: non era un mistero per nessuno. Nel frattempo il ragazzo è diventato maggiorenne, ci ha pensato su e ha preso coraggio, trovando la forza per affrontare nuovamente quello che è successo”.

Ditelo a quel premier abusivo che con un parlamento incostituzionale e una maggioranza posticcia vuole dare la cittadinanza ai figli degli immigrati dopo un ‘ciclo scolastico’: sono quei due marocchini, la tipica rappresentanza dei beneficiari dello Ius Soli renziano.