‘Profughi’ protestano: “Ora basta, vogliamo cibo a cinque stelle!”

Vox
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UDINE – Lunedì sera, alcuni clandestini nordafricani – due dei quali minorenni che ci costano 75 euro al giorno circa ognuno – e ospiti della “Casa dell’Immacolata di Don Emilio De Roja” hanno protestato contro la ‘scarsa qualità del cibo’. La struttura ospita, a spese nostre, circa 65 immigrati.

La situazione è stata talmente di difficile gestione che gli operatori del centro sono stati costretti a far intervenire i carabinieri. I militari invece di manganella i parassiti, insieme agli impiegati a spese nostre del centro, hanno spiegato ai facinoroso che ‘il cibo fornito era italiano e di qualità’. E’ tipico dei ‘profughi’ in fuga da guerre e carestie lamentarsi della qualità del cibo.

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Definiti in modo demenziale ‘profughi’, sono a Udine dal 31 luglio. Dicono i personaggi che incassano i nostri soldi per accudirli: “I pasti vengono preparati seguendo scrupolosamente i parametri previsti dall’Azienda sanitaria. Vengono cucinati nelle nostre cucine con ingredienti genuini. Nei menu compaiono cibi tipici italiani ma spesso proponiamo anche il cous cous. Abbiamo l’accortezza di non preparare piatti a base di maiale per rispetto nei confronti di chi è di religione musulmana”. Ma che bravi, tanto paghiamo noi.

Intanto 32 afghani, dopo aver presentato domanda di asilo politico in questura, occupano in un’area dismessa appena fuori dal centro. La macchina del business dell’accoglienza si è messa in moto con i famigerati volontari dell’associazione dal nome demenziale “Ospiti in arrivo”; come spiega Angela Lovat, «non avendo strutture e mezzi possiamo fare solo questo». Potresti dare loro casa tua.

Prima del nemico esterno, il problema è la mafia interna che lucra sul business immigrazione.