Sermoneta: anche le ‘Suore’ nel business dell’accoglienza

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Venerdì scorso, davanti ai cancelli dell’Istituto Antonio Rosa, si sono riuniti i cittadini di Sermoneta per manifestare contro il vergognoso business dell’accoglienza messo in piedi delle ‘Suore Casalanziane’, le proprietarie della struttura.

Le suore – noi amiamo le suore, ma ultimamente di suore italiane ce ne sono rimaste davvero poche – hanno affittato un’ala dell’edificio ad una cooperativa di Latina, per piazzarci dei sedicenti profughi.

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E a protestare sono “persone legate affettivamente all’Istituto Rosa e alle Suore che fino a martedì scorso hanno abitato nella struttura, un luogo in cui ogni domenica si celebrava messa e nei decenni passati si andava a scuola”, spiegano dall’amministrazione. Esponenti di maggioranza e minoranza del Consiglio hanno partecipato, infatti, alla mobilitazione insieme a consiglieri di altri Comuni.

Nel territorio di Sermoneta, hanno fatto notare ancora durante l’assemblea, “è già presente un numero elevato di extracomunitari impiegati in agricoltura, spesso in condizioni di forte emarginazione sociale. Non si possono imbastire nuove realtà se non si riescono a costruire le giuste condizioni per chi già è sul territorio. Dobbiamo restituire – hanno aggiunto – una dimensione civile a queste persone prima di dare ospitalità altri immigrati”. E ancora: “Gli extracomunitari già presenti hanno saturato le possibili misure occupazionali che il territorio può dare e nuovi arrivi sarebbero destinati a una nuova marginalizzazione”.




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