Francesco su strage islamica:” No a violenza, ma la religione non si può ‘prendere in giro’ “

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Nuova ‘discutibile’ uscita del Pontefice

Intervistato sull’aereo per l’ennesimo viaggio a “drogarsi” di povertà ( perché tutto può divenire una ‘droga’) in giro per il terzo mondo, papa Francesco si è lasciato andare a dichiarazioni sicuramente sconcertanti sulla vicenda di Charlie Hebdo e la libertà di espressione.

Dice il Nostro:
“La religione non può mai uccidere, non si può farlo in nome di Dio”.
E già qui, propriamente a livello teologico, è un discorso opinabile; perché se è certo vero per il Cristianesimo, non lo è altrettanto per l’Islam ( la cui storia, non per nulla, ha visto espansionismo religioso militare in abbondanza).

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Proseguendo, comunque, il Nostro ha aggiunto:
“Ma non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene”.
E, di grazia, che significa ‘prendere in giro’; perché non è certo troppo difficile comprendere che quella che per Tizio può essere una battutina innocua, per Caio è un’offesa blasfema… Logicamente, la ‘presa in giro’ dipende dalla sensibilità personale.

Ma il discorso del Papa si fa ancora più ambiguo, per un’intervista incentrata sulla strage di Parigi.
Alla domanda: “Fino a che punto si può andare con la libertà di espressione”, il Pontefice ha chiarito ulteriormente: “sì alla libera espressione, ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia su mia madre, si aspetti un pugno”.

Parole alquanto inopportune. Quello che è certo, è che bisogna distinguere una rivista satirica, da quello che può dirti l'”amico Gasbarri” o un conoscente.
E’ chiaro che un amico sarà anche tenuto al rispetto per la tua fede, limitando dunque la sua libertà d’espressione al punto di evitare anche ‘battute’; è una sua scelta perché preferisce esserti amico.
Ma la rivista satirica non ha questi freni, e deve quindi essere libera di pensare, oltre ai diritti di chi si ‘sente offeso’, anche a chi invece se ne ‘sbatte’, e vuol farsi una risata. Chi chi si sente offeso da qualcosa, non lo legge.
Insomma, non si comprime certo la libertà d’espressione di tutti, solo per adeguarsi alla sensibilità di qualcuno, piuttosto che di un altro.
E a maggior ragione, quando sarebbero gli europei a doversi adeguare alla ‘sensibilità” delle cosiddette “minoranze islamiche”.

Francamente non è ben chiaro perché colui che dovrebbe essere una massima guida per i cristiani, sia stato tanto “comprensivo” anche parlando a proposito di un gesto, che è figlio di quella stessa intolleranza islamica che sta facendo estinguere i cristiani del medio-oriente. Utilizzare parole di condanna pure e dirette, era chiedere troppo?