“L’omosessualità è un peccato”: arrestato monaco

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MonacoUn monaco scozzese, Padre Damon Jonah Kelly (nella foto), 53 anni, di Corby, Northamptonshire, direttore dell’organizzazione cattolica Black Hermits di Glasgow, dedita ad opere di carità, è stato arrestato l’8 dicembre scorso, per aver rivendicato la paternità di volantini, in cui definiva omosessualità, aborto e divorzio per ciò che sono secondo la dottrina cattolica, ovvero peccati, specificando come il mondo gay corrompa «le giovani generazioni».

All’origine del fermo del monaco scozzese figura la denuncia giunta da un giornale Lgbt militante, PinkNews, cui il monaco aveva inviato una lettera, in cui cercava di spiegare la legittimità ed il significato del proprio gesto. Senza evidentemente essere stato troppo capito… Per questo, è stato incredibilmente chiamato a rispondere per questo di turbativa omofoba dell’ordine pubblico.

Per la verità, le forze dell’ordine di Cambridge, luogo ove sono stati distribuiti i volantini in questione, hanno con chiarezza spiegato come, per quanto possano esser state vissute da qualcuno come «offensive», le espressioni utilizzate siano, in realtà, assolutamente prive di rilievo penale. Anzi. In un primo tempo, nonostante fossero già stati sollecitati dalla testata Lgbt, gli agenti si erano rifiutati di intervenire, per fermare l’opera di volantinaggio. Spiegando che le affermazioni del religioso rientravano pienamente nel diritto alla libertà di espressione e, in base alle leggi vigenti, non costituivano alcun crimine.

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Poi, però, a fronte delle pressioni subite, hanno deciso di procedere e di fermare Padre Kelly, per poi rimetterlo subito in libertà. Anche se il prossimo 20 gennaio dovrà ripresentarsi presso il commissariato di Huntington, a Cambridge. C’è da scommettersi che, prima di quella data, la pressione mediatica contro di lui tornerà a farsi forte.

L’organizzazione, guidata dal religioso scozzese, si propone di promuovere il Cattolicesimo («romano», precisa, tanto per esser chiari…) e di voler per questo realizzare un centro monastico di preghiera ed evangelizzazione sull’isola di Mull, nonché in altre aree della Scozia.

In altri volantini, distribuiti a Brighton ad ottobre, si definì l’omosessualità una «bestemmia contro Dio ed una ribellione alla natura» in grado, se accolta a livello sociale, d’esser l’anticamera della legalizzazione della pedofilia. A fronte di ciò la polizia del Sussex procedette all’arresto per omofobia (ed, anche in questo caso, all’immediato rilascio), benché la cronaca abbia recentemente mostrato come quanto scritto sia tutt’altro che campato in aria: è di poche settimane fa la notizia dell’arresto dello statunitense Terrence Bean, 66 anni, di Portland, notissimo attivista gay e pro-choice, molto vicino al Presidente Obama, per aver violentato un 15enne lo scorso anno. Poco prima già era stato condannato a 5 anni di galera ed a 60 mila euro di multa Stefan Johansson, 44 anni, di Halland, leader dell’Ong Lgbt Federazione svedese per l’eguaglianza sessuale, accusato di stupro, sfruttamento della prostituzione e pedofilia.

In collaborazione con: nocristianofobia.org