L’alba dei ‘bot’: i ‘non umani’ controllano il web

Vox
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Molti conoscono la storia di come il World Wide Web ha reso Internet accessibile a tutti, pochi conoscono la storia dell’evoluzione di Internet: come piccoli pezzi di codice automatizzato – i bot – hanno preso il sopravvento sull’uomo.

Oggi, questi ‘mini programmi’ rappresentano il 56 per cento di tutte le visite ad un sito web, dice Marc Gaffan, CEO di Incapsula, una società che vende servizi di sicurezza on-line. Incapsula recentemente ha analizzato oltre 20.000 siti web per avere un’istantanea di una parte del web, e per i siti web più piccoli, si può arrivare all’80%.

Le persone usano script automatici per fare acquisti alle aste su eBay al prezzo migliore. E’ nato il fenomeno dei bagarini on-line: bot che fanno man bassa dei biglietti sul web.

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Google utilizza i bot per indicizzare l’intero web, andando a sondare i vari siti – anche VOX viene quotidianamente ‘ispezionato’ dai bot di Google che ne analizzano il contenuto per poi renderlo disponibile. Ma, sempre di più, questi bot online sono utilizzatati per inondare le sezioni di commento di spam: è il motivo per il quale è nato il fastidioso codice ‘captcha’.

Circa il 20 per cento del traffico del Web viene dai bot. In crescita del 10 per cento rispetto all’anno scorso. Esistono bot che sono falsi profili che inondano pagine Facebook di politici avversari con commenti negati. Altri, vengono utilizzati per gonfiare il numero – fasullo – dei propri fans. Un tentativo di dare una percezione falsa della realtà.

Spesso, sono in esecuzione su computer hackerati. E ultimamente sono diventati più sofisticati. E hanno fatto grandi passi verso la decodificazione del sistema captcha di rilevamento.

Il traffico totale in qualche modo generato dai bot sul web è vicino al 60%: sono più di noi.