RIYADH, Arabia Saudita – I funzionari del paese islamico hanno approvato una legge che impone la pena di morte sui ‘contrabbandieri’ di Bibbie e di chiunque distribuisca materiale religioso che non sia di religione musulmana.
“La nuova legge mette sullo stesso piano l’importazione delle droghe, ‘tutte le pubblicazioni di credenze religiose diverse dall’Islam'”, scrive la HeartCry, una società missionaria cristiana sul proprio sito web. “In altre parole, chiunque tenti di portare Bibbie o Vangeli nel paese avrà tutto il materiale confiscato – come già avveniva – e in più ad essere imprigionato, verrà condannato a morte.”
Bibbie e Vangeli sono considerati “materiali indecenti” e sono inclusi nel divieto alla dogana. Le Nazioni Unite hanno rifiutato di commentare, e così le ambasciate occidentali, piuttosto imbarazzate dai loro corruttori in gonnella.
E’ illegale convertirsi al cristianesimo nel Paese, un reato considerato apostasia contro l’Islam e punibile con la morte.
I cristiani sono violentati, rapiti, uccisi, e picchiati quotidianamente. Sauditi che accettano Cristo vengono uccisi.
I cristiani residenti in Arabia Saudita sono costretti a pregare in segreto, e se sorpresi nelle loro abitazioni a pregare in gruppo rischiano la morte.
La pratica aperta di ogni religione diversa dall’Islam è proibita. La maggior parte dei cristiani sono immigrati provenienti dall’Asia, e sono discriminati. Ma in quel caso va bene.
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