ZINGARETTI, ALLORA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA FECE ENTRARE LA FONDAZIONE DELL’ARRESTATO ODEVAINE NELLA ‘CONSULTA ANTIMAFIE’: SONO ANCHE SPIRITOSI…
Una chiamata a raccolta per associazioni, sindacati, comitati e istituzioni per dire no alle mafie e promuovere una cultura della legalità. Nasce la Consulta Antimafie della Provincia di Roma, la prima in Italia. A farne parte oltre 40 associazioni e sindacati, 26 Comuni, 8 Municipi di Roma e l’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, con il compito di redigere un rapporto annuale sulle infiltrazioni mafiose nell’ area metropolitana di Roma, e sulle iniziative di contrasto alla criminalità organizzata sul territorio. A presiedere la Consulta Franco La Torre, da sempre impegnato nella battaglie contro la mafia anche in ricordo di suo padre Pio, sindacalista e parlamentare ucciso dal crimine organizzato. “Senza l’impegno costante della società civile – ha spiegato La Torre – la mafia non può essere sconfitta”. Per il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingretti, “è necessario ostacolare la nascita dell’economia criminale che uccide quella sana”.
Con queste altisonanti parole, nel 2012, la Provincia di Roma a guida PD creava, per bocca dell’allora presidente Zingaretti – oggi governatore del Lazio – la Consulta Antimafie.
Bene, direte voi. E invece no. Perché a far parte della consulta contro le mafie, venne chiamata Mafia Capitale.
Non a caso, alcuni mesi dopo, diverse persone oneste lasciarono:
«La Consulta provinciale antimafia si è rivelata fallimentare in partenza. La condivisione di idee annunciata e il confronto tra le parti interessate sono mancati fin da subito. La prospettiva avanzata dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, di avvalersi della Consulta come di uno strumento utile per porre un freno alla criminalità è svanita all’orizzonte e non certo per mancanza di impegno e volontà di alcuni rappresentanti della stessa». Questa è la spiegazione data dal Codici per l’azione intrapresa insieme al Forum delle associazioni antiusura, ovvero quella di abbandonare l’organo antimafia voluto dalla Provincia di Roma. Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici, ha parlato di «disinteresse verso i doveri formali assunti con la Consulta e gli obblighi morali nei confronti dei cittadini».
Alessandra Coppola, presidente del Forum Associazioni Antiusura, ha rincarato la dose rimarcando come «l’appello – a fare qualcosa di concreto all’interno della consulta non è stato colto dalla Provincia».