La lettera di Mafia Capitale a Renzi: “Gentile Presidente, Mare Nostrum non è abbastanza…”

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Hanno lucrato e stanno ancora lucrando, ci sono loro dietro Mare Nostrum. Ma per le coop dell’accoglienza, non era abbastanza. Così, a settembre, Odevaine scriveva a Renzi, in qualità di presidente della Fondazione Integra/azione per chiedergli di aumentare gli arrivi, e quindi il giro d’affari:

Gentile Presidente,

dopo anni di osservazione e consapevolezza dei flussi migratori lavoriamo per affrontare il massiccio afflusso di migranti che attraversa il canale di Sicilia per raggiungere il nostro paese.

Da moti anni ci poniamo domande, su quali possano essere le azioni necessarie per affrontare quella che l’Osservatore Romano, ha definito in questa terribile estate del 2014, una “ecatombe senza fine”.

Le missioni come “Frontex” e “Mare Nostrum “ non hanno dato i risultati sperati. Il Mediterraneo ha rubato il futuro di molte generazioni arabe e africane. E per la maggior parte delle persone sbarcate in Italia l’avvenire è divenuto un incubo più che una speranza.

Siamo un grande paese civile e possiamo e dobbiamo fare molto per l’Europa e per il mondo.

Lei Presidente, rappresenta un partito che ha a cuore le sorti dell’umanità, persone che credono nei valori dell’integrazione ,dell’accoglienza. Donne e uomini che si trovano dalla parte di chi vive al limite della scala sociale del mondo, che vogliono intervenire a favore dei poveri, degli emarginati, di coloro che non hanno patria.

Tutti sappiamo da dove nasce la povertà e quanto l’economia mondiale abbia creato popoli di cittadini e popoli di “non –uomini.”

In considerazione di tutto ciò non sfugge che è necessario porre l’accento, oltre che sui processi migratori anche sull’ordinamento economico mondiale, sul rapporto tra i paesi del Nord e i paesi del Sud; iniziamo dall’Europa.

E’ da questa condizione che nasce da sempre l’immigrazione.

Noi sappiamo che a livello mondiale un notevole numero di persone fanno parte dei “non –uomini” , persone che sono braccate dalla povertà , che le nostre società industrializzate hanno contribuito a costruire.

Noi sappiamo che le guerre attuali, che ormai circondano il nostro Paese, non sono guerre di religione, sono guerre economiche.

I bambini, le donne e gli uomini che fuggono dalla loro patria, dalla loro casa, non sono cittadini del mondo, sono esseri umani disperati, che hanno nel loro futuro come scelta di vita o di morte la guerriglia o la resa alle ideologie esasperate.

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Allora, la nostra occasione in Europa oggi, non deve essere vanificata. Tanti sono i problemi che hanno il nostro Paese e gli altri Stati, ma possiamo dirci con sincerità che questa immigrazione è una emergenza complessa e non può essere affrontata solo con il controllo delle frontiere o con i soccorsi; è più ampio l’orizzonte che abbiamo davanti e più difficili ed articolati i problemi da risolvere.

Siamo di fronte ad una trasformazione del cosi detto “villaggio globale”ed è necessario ripensare il concetto di democrazia e di economia del sistema internazionale.

Ma tornando alle politiche migratorie l’Italia ha rinnovato il suo approccio a questo tema con un documento approvato in luglio dalla Conferenza Unificata. Dopo un lungo ed attento lavoro da parte dei componenti del Coordinamento Nazionale sull’Immigrazione, si è realizzato un piano estremamente positivo ed innovativo per il nostro paese poiché con questo atto si mette finalmente al centro delle politiche migratorie l’integrazione, e non più solo l’accoglienza.

Aver portato da 3000 a 20.000 i posti destinati allo SPRAR, la riduzione significativa dei tempi della prima accoglienza, oltre all’unificazione in capo al Ministero dell’Interno delle procedure relative ai minori, punti centrali del documento, avvicinano sensibilmente l’Italia ai paesi europei più avanzati nelle politiche di integrazione. Ma tutto ciò potrebbe funzionare in “tempi di pace”, con flussi migratori controllabili.

Oggi la situazione, come abbiamo sottolineato, non è tale da poter pianificare accoglienza ed integrazione in modo razionale. I numeri di questa emergenza stravolgono qualsiasi possibilità di pianificazione. E’ fondamentale quindi trovare una sintesi tra emergenza e pianificazione. E per fare ciò è indispensabile che ognuno faccia la propria parte: le Regioni, adeguando le strutture sanitarie ad affrontare l’emergenza, gli Enti Locali affrontando le politiche sociali, che l’impatto numerico di migranti sul territorio stressano profondamente rischiando di creare sempre di più conflitti sociali insanabili, in maniera rispondente alle esigenze; le forze politiche, il Terzo Settore. le parti sociali, sindacati ed imprenditori, ognuno per le proprie responsabilità. Nessuno si può chiamare fuori.

Al governo spetta la responsabilità di sostenere in maniera strutturale il piano immigrazione. Prima di tutto potenziando ed agevolando il lavoro delle Commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato. E’ indispensabile stabilire il principio che chi viene da paesi teatro di guerra, e il concetto di guerra deve essere esteso alle condizioni economiche che non consentono la sopravvivenza, ha diritto almeno al sostegno umanitario. In secondo luogo, pretendendo, non chiedendo o polemizzando, un sostegno europeo responsabile! L’Italia è oggi Presidente di turno dell’Unione e deve essere in grado di indicare ai partner europei soluzioni immediatamente praticabili. Modifica degli accordi di Dublino, operazioni umanitarie che contemplino corridoi umanitari e presidi sulle coste del Mediterraneo, risorse economiche adeguate.

Ci addolora constatare che i recenti accordi sottoscritti dal Ministro dell’Interno con l’Europa, non vanno nella direzione che auspicavamo. Più che una condivisione da parte dei paesi europei sembra una deresponsabilizzazione collettiva. I migranti continueranno

ad imbarcarsi e saranno più soli nel Mediterraneo e la frontiera italiana sola, continuerà ad accoglierli

Senza interventi strutturali continueremo a contare i morti in mare e a intasare città grandi e piccole del paese di centri di accoglienza ai limiti del decente, e a creare conflitti sociali non degni della tradizione storica e politica di un paese di migranti, come il nostro.

Fondazione IntegrA/Azione

Luca Odevaine, Francesco Ferrante, Rossana Calistri

Qui la lettera sul sito della Fondazione di Mafia Capitale.

Sarà un caso, ma da Settembre, dopo la lettera, il governo cambia strada nella direzione desiderata da Odevaine, Mare Nostrum, che doveva terminare ad Ottobre, continua, ed è ancora in corso sotto altro nome. E gli sbarchi hanno visto un’impennata: business.