Aids spopola tra immigrati e gay, ma il Fatto inventa statistiche – NUMERI

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Oggi è la ‘giornata mondiale contro l’Aids, verremo sommersi da messaggi allarmisti e mezze verità. Il Fatto Quotidiano, come costume, ha già iniziato con la bufala a nove colonne che in Italia “è record di sieropositivi‘: il che non è vero, l’incidenza è più o meno identica (inferiore a molti paesi Ue, come Francia e Spagna) a quella del resto dei paesi avanzati, esclusi gli Usa e il Regno Unito, dove l’alta presenza di neri falsa le statistiche verso l’alto. Ma non si può dire.

Lo fa, il Fatto, dando numeri a caso:

Secondo l’Unaids, infatti, l’Italia, con oltre 1000 decessi l’anno, è il Paese con la più alta prevalenza di persone affette da Hiv in Europa occidentale. Complessivamente, sono circa 140mila gli italiani sieropositivi, il 15-25% dei quali non è al corrente della propria condizione.

I malati non lo sanno, ma lo sa il Fatto…In realtà, se prendiamo un paese occidentale a caso, la Francia, scopriamo che (dati Unaids) i morti sono 1.500, di più anche in proporzione alla popolazione. E che, anche per quanto riguarda il numero di sieropositivi in Italia (immigrati compresi), il numero reale è di 120mila, sempre dati Unaids, proprio quelli che cita, mentendo, il Fatto. Una incidenza di appena lo 0,2/0,3%: immigrati inclusi: meno che in Spagna, Francia e altri paesi Ue. Per alcuni mancano ancora i dati. Le statistiche sono ovviamente aggiornate al 2013.

POTETE CONTROLLARE DA SOLI QUI, PAESE PER PAESE

Al di là della patetica propaganda, la malattia in Italia è prettamente una patologia che colpisce immigrati e omosessuali. Entrambi per la loro sessualità promiscua e i primi anche per i luoghi di provenienza. Gli ultimi dati certi, quelli del 2012 – ma in un anno non si hanno  cambiamenti importanti in una patologia a diffusione sessuale – una persona su tre diagnosticate come HIV positive (31,5%) era di nazionalità straniera, a fronte di una popolazione residente del 7/8%.

Ottimo motivo per non frequentarli e non frequentare chi li frequenta. Ad esempio evitare i frequentatori di prostitute.

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La distribuzione per area geografica di provenienza mostra che il 48,6% di stranieri con una nuova diagnosi di HIV proviene dall’Africa (di questi, il 65,6% dall’ Africa occidentale), il 21,7% dall’America meridionale, il 16,2% dai paesi dell’Europea Centrale e Orientale, il 4,6% dall’Asia. I maschi costituiscono il 55,3% e la classe di età più rappresentata è quella 30-34 anni, sia per i maschi che per le femmine.
Ma dal punto di vista degli Italiani invece, l’Aids è una malattia la cui incidenza è risibile, praticamente inesistente dal punto di vista statistico: 3,9 nuovi casi di HIV ogni 100.000 residenti ovvero lo 0,0039% della popolazione. Circa 1.700 nuovi ammalati nell’anno 2012.
Se paragoniamo questo dato con altre patologie, ci rendiamo conto che stiamo parlando di qualcosa di trascurabile e raro:

  • 270.000 nuovi tumori nel 2012
  • 160.000 infarti nel 2012
  • 4.500 nuovi casi di TBC nel 2012

Se poi andiamo ad analizzare le vittime che ogni anno fanno le diverse patologie per i soli Italiani:

  • 177.000 morti di tumore
  • 100.000 morti per infarto
  • 1000 morti di aids

Ci si chiede perché l’Italia, invece di indirizzare le proprie (scarse) risorse finanziarie nella ricerca contro i tumori o nella prevenzione degli infarti, sprechi invece denaro nella lotta contro una malattia che nel nostro paese è tutto, fuorché un’emergenza.

Per favorire il business delle Ong che vanno in vacanza in Africa? Le case farmaceutiche? Probabilmente un mix delle due motivazioni. Ed è ovvio che, per “giustificare” questi inutili investimenti in un’emergenza che non c’è, si deve creare mediaticamente la sensazione che questa invece ci sia. E allora, vai con la “reclame”.

Poi, nel caso del Fatto, c’è da dimostrare ai propri lettori con fisime da intellòs che sì, gli africani hanno l’Aids, ma insomma, in fondo, anche qui: non serve bloccare l’immigrazione.

Come sempre: fatti e numeri. Non puttane della mediocrazia pagate per dire sciocchezze. Avremmo più rispetto per i media di distrazione di massa, se invece di terrorizzare le coppie di fidanzati con assurde pubblicità progresso, ne facessero una per la categoria di italiani più a rischio, gli omosessuali: “Smettetela di mettervelo dove non si dice senza preservativo”. Punto, basta. Senza inutili pantomime. Seguendo i dati, non le fantasie oniriche.

Ps.

Ovviamente, il fatto che l’Aids non sia un’emergenza in Italia, non significa si debba tenere comportamenti a rischio.  Perché chi li tiene – omosessuali e immigrati – ne paga le conseguenze. Ma dimostra che non esiste una sessualità promiscua in Italia, tale da determinare un’emergenza contagio come invece avviene in Africa, dove circa il 15% della popolazione è contagiata, e nell’Est Europa. Il resto è solo terrorismo mediatico al servizio di una ideologia idiota.

Anche qui, la natura non mente: non è l’ambiente a determinare i comportamenti, ma l’identità biologica. Infatti gli Africani d’America hanno una incidenza di sieropositività paragonabile a quella dei loro “fratelli” del continente nero e di quelli presenti in Europa.




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