Tunisino uccide bengalese, italiani pagheranno 2mila euro al mese alla moglie: per sempre

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PISA – Gli immigrati uccidono, e noi paghiamo. E’ l’incredibile storia che arriva dalla Toscana. La famiglia di Zakir Hossain , il 34enne bengalese morto dopo essere aggredito in strada, nel centro di Pisa, il 13 aprile scorso, da un ‘giovane’ tunisino, ora latitante in Tunisia, percepirà una rendita permanente da parte dallo Stato italiano – e quindi da noi contribuenti – di oltre 2 mila euro al mese. Sarà lo stesso direttore della sede pisana dell’istituto, Giovanni Lorenzini, ad annunciarlo giovedì 27 nel corso del consiglio comunale aperto in occasione della Festa della Toscana, dedicata dalla città proprio a Hossain. Ma non al tunisino. Perché l’immigrato deve essere celebrato come ‘vittima’, mai quando (quasi sempre) è carnefice.

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L’assegno che verrà recapitato direttamente alla famiglia in Bangladesh avrà validità retroattiva e avrà effetto fin dalla data della sua morte.

Il vitalizio concesso dall’Inail è la “rendita ai superstiti” calcolata per il cosiddetto infortunio in itinere (ovvero la morte che sopraggiunge durante gli spostamenti di un lavoratore per raggiungere appunto il luogo di lavoro): il 50% dell’importo spetterà alla moglie in modo permanente finché resterà in vita, mentre la parte restante è per i tre figli che ne potranno beneficiare fino al compimento della maggiore età, o se proseguiranno gli studi, finché non dimostreranno di essere in grado di mantenersi autonomamente.

Cosa c’entri il lavoro con l’aggrressione di un tunisino avvenuta per strada – e soprattutto noi, semmai il governo tunisino – è tutto nel mistero mistico del fanatismo piddino verso gli immigrati.




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