Bologna, Sindaco condannato: 30mila euro all’amico del PD

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BOLOGNA – Il sindaco della città, il PD Virginio Merola, tutta la sua giunta e due dirigenti sono stati condannati dalla Corte dei Conti: hanno assunto come capo di gabinetto, chi non ne aveva i requisiti, solo perché parte della combriccola PD. Marco Lombardelli non aveva infatti i titoli necessari. Il danno erariale provocato viene quantificato in 30 mila euro. Ma il punto è più simbolico, che sostanziale. E apre uno squarcio nella gestione ‘democratica’ della cosa pubblic

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L’indagine della Procura presieduta da Salvatore Pilato nacque da due esposti presentati dall’ex 5 Stelle Federica Salsi e dalla leghista Lucia Borgonzoni, consiglieri comunali.
Seconto la Corte dei Conti, “Il comportamento di Merola e della Giunta è connotato da colpa grave. Preminente è ritenuto il ruolo di Merola nel consentire di inquadrare il responsabile di Gabinetto in una categoria professionale alla quale non avrebbe potuto avere accesso». «Particolarmente inescusabile la volontà di attribuzione di un emolumento sostitutivo in palese violazione delle attribuzioni di sindaco».

La leghista Lucia Borgonzoni, recentemente aggredita in un campo nomadi, chiede le dimissioni del sindaco Virginio Merola: «Grande vittoria della Lega nord», chiosa Borgonzoni su Facebook, «e ora il sindaco si dimetta». La stessa richiesta arriva dal candidato leghista alle Regionali, Alan Fabbri: «Seimila euro al mese per un uomo di partito piazzato a fare il capo di gabinetto: la condanna di Merola mette in luce l’ennesima porcata targata Pd. Un profluvio di soldi pubblici gettati per stipendiare amici, coop, immigrati e nomadi. Che schifo. Merola e la sua giunta se ne devono andare da Bologna».




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