‘Profughi’ protestano: “Vogliamo stipendio da profugo intero”

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AGNONE – Venti clandestini camuffati da profughi targati Mare Nostrum, ospitati in un centro gestito dalla cooperativa “Senis Hospes”, questa mattina intorno le 12 si sono recati nella caserma dei Carabinieri di Agnone per lamentare il parziale ricevimento del “pocket money”, la diaria giornaliera. Gli immigrati avrebbero riferito di ricevere solo parte del ‘dovuto’.

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Senis Hospes ci permette di parlare di Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti), una società creata ad hoc per papparsi in allegria il business dell’immigrazione, senza farsi concorrenza.
Di Rti fanno parte infatti la cooperative della Legacoop(PD) insieme ad imprese legate a Comunione e Liberazione (Alfano). Il raggruppamento è guidato da Sisifo, aderente a Legacoop, e ne fanno parte il Consorzio Sol Calatino, Senis Hospes appunto e la Cascina Global Service – longa manus di CL – la Croce Rossa, il consorzio Casa della Solidarietà e la Pizzarotti spa.

Senis Hospes di Senise (Pz) ha come presidente Camillo Aceto, che in un incrocio di interessi è stato anche vicepresidente di Cascina, e in quella funzione è stato imputato in un processo a Bari sul servizio di pasti delle mense ospedaliere e scolastiche: reati di falsi e frode nelle forniture pubbliche. Poi, il reato è stato prescritto. Casa della Solidarietà è invece legata all’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone e a Domus Caritatis: anche qui Comunione e Liberazione. Il nome di quest’ultima è saltato fuori nella vicenda del cosiddetto “scandalo sui profughi dell’emergenza Nord Africa” messo in luce da un rapporto di Save the children, ne abbiamo parlato qui: i centri per minori non accompagnati venivano riempiti da adulti fatti passare per minorenni al fine di percepire un’indennità quasi doppia dallo Stato.




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