Si chiamava Andrea, ed è morto in un camper

Vox
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Andrea Pobbiati, 23 anni, italiano nato a Milano. E ucciso a coltellate, da 15 coltellate, nel camper all’interno di un cortile, nel quale era finito a vivere. Niente hotel per lui.

Non fosse una tragedia, sarebbe comico l’articolo di Repubblica:

I carabinieri hanno riferito che il giovane è stato colpito da almeno 15 coltellate all’addome e alla schiena. L’ipotesi principale è quella dell’omicidio, ma manca ancora il parere definitivo del medico legale.

Quale altra ipotesi, il suicidio a coltellate alla schiena? Fosse stato un immigrato, sarebbe già partita la prima marcetta dei centri sociali. Fosse stato un gay, la cattiva politica già griderebbe ‘omofobia’. In caso di immigrato gay be’, allora, l’apoteosi. Ma trattasi di italiano sessualmente nella norma, povero oltretutto, e allora ‘manca ancora il parere del medico’.

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Il ragazzo era poi incensurato, non consumava droga e svolgeva saltuariamente i lavori che trovava. La sua sofferenza, se la portava dietro da piccolo: quando aveva vissuto male la separazione dei genitori. I suoi compagni delle medie parlano di un ragazzo esuberante, ma anche timido e molto fragile e sofferente per la separazione dei genitori.

Il padre, che amava e con il quale viveva, è morto di recente. Da allora viveva nel camper datogli in affitto da un 50enne italiano per 100 euro al mese.

Distaccati i rapporti con la madre, invece, mentre il fratellastro, figlio della donna e del suo nuovo compagno, gli era abbastanza vicino, dicono le cronache. E visto l’aumento dei divorzi, chissà cosa accadrà ai bambini di oggi, tra vent’anni.

Nel camper non c’era riscaldamento, il cadavere in mezzo a spazzatura cosparsa di sangue. Così, nella Milano di Pisapia, muore un ragazzo italiano. Mentre i suoi coetanei africani gozzovigliano in hotel.

Qualcuno diceva di ‘amare il prossimo’, ma del prossimo se ne fregano tutti, pensano solo a chi arriva da lontano.




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