Cassazione vieta compravendita bambini all’estero: ora il parlamentare PD è un fuorilegge

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Un bambino nato all’estero da madre surrogata è stato tolto a una coppia bresciana e dato in adozione.
Per i giudici è come fosse un bimbo abbandonato dalla madre biologica. Più che abbandonato: comprato, in quello che è un moderno mercato degli schiavi. Solo che oggi, gli schiavi non sono ancora nati al momento dell’acquisto.

La Cassazione sbarra così il passo alla pratica oscena della sedicente maternità surrogata, come se potessero esistere ‘tipologia diverse’ di maternità e alla possibilità che i figli nati all’estero con questo tipo di ‘traffici’ possano essere riconosciuti legittimamente in Italia.

E’ immorale comprare bambini. Deve esserlo anche comprarli ‘prima che nascano’. Altra cosa, il caso di donna che porta a termine una gravidanza per un’altra donna che non è in grado di farlo: ma con l’ovulo fecondato della donna impossibilitata, perché in questo caso, il bambino sarebbe biologicamente figlio della donna, e l’altra sarebbe solo un tramite.

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E’ la prima causa persa approdata alla Suprema Corte tesa al riconoscimento di un figlio nato da madre surrogata. Il bimbo in questione era nato in Ucraina. E una madre ce l’ha, lì. Ma non potrà mai conoscerla.

Il progresso rende possibili pratiche innaturali che ledono il diritto dei più deboli: non tutto ciò che è possibile, è anche giusto. Molto spesso non lo è.

Ora, si attendono ripercussioni per la pratica dell’acquisto di bambini da parte di ‘coppie gay’ (ma non solo gay). Come il caso del parlamentare PD:

 




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