In Danimarca, dal quale sono partiti per la Siria più terroristi islamici (in proporzione alla popolazione) di quasi qualsiasi altro paese, la città portuale di Aarhus sta adottando un approccio bizzarro rispetto a quei terroristi che ora stanno tornando in Danimarca: un tappeto di benvenuto.
A differenza di altri Paesi, la Danimarca non ha arrestato i combattenti di ISIS di ritorno, perché sarebbe stata discriminazione.
Invece, i funzionari sono impegnati a fornire consulenza psicologica gratuita, posti di lavoro o il ritorno in scuole e università.
Alcuni fanatici progressisti dicono che Aarhus dovrebbe diventare un modello per altri, negli Stati Uniti e in Europa, che stanno cercando di far fronte al ritorno degli immigrati di ISIS che stanno tornando nei paesi nei quali sono nati.
Un terrorista come Talha, noto per avere ucciso e saccheggiato in Siria, ora vaga liberamente per le strade di Arhaus.
Figlio di immigrati musulmani ‘moderati’ del Medio Oriente, ha combattuto e sgozzato con una brigata islamista in Siria per nove mesi prima di tornare in Danimarca lo scorso ottobre.
Il ‘danese’ per Ius Soli sogna ancora il califfato mediorientale, e difende le esecuzioni sommarie di soldati iracheni e siriani.
Ma invece di rimandarlo da dove è venuto: casa, lavoro e sostegno psicologico.
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