Ordinanza anti-Ebola: Bitonci fa scuola tra i sindaci

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E’ stata annunciata ieri la firma dell’ordinanza con cui il sindaco di Padova Massimo Bitonci, in qualità di autorità sanitaria locale e quindi di responsabile della salute dei cittadini, vieta ai sedicenti profughi l’arrivo a Padova qualora sprovvisti di certificato medico che ne attesti il buono stato di salute.

Una decisione che è stata accolta con entusiasmo dai cittadini.

Dato che «due agenti di polizia in forza alla Questura, a seguito di un servizio inerente l’emergenza profughi, hanno contratto la scabbia », visto che martedì scorso «la Polfer ha accompagnato al settore Sociale del Comune un giovane extracomunitario al quale è stata diagnosticata la scabbia» e aggiunto che «tra alcuni senza dimora erano presenti anche dei portatori di epatite C», non si poteva stare a guardare. E se nel testo del documento «Misure urgenti per il contrasto al diffondersi di malattie infettive» ci sono i virgolettati riportati qui sopra letteralmente, il cuore pulsante dell’ordinanza arriva qualche riga dopo e impone «il divieto di dimora, anche occasionale, presso qualsiasi struttura di accoglienza, per persone prive di regolare documento d’identità e di regolare certificato medico rilasciato dalla competente Usl attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare».

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L’ordinanza prevede «l’obbligo, da parte dei soggetti privi di regolare permesso di soggiorno ovvero di tessera sanitaria ed individuati nel corso di accertamenti da parte della polizia locale, di sottoporsi entro 3 giorni a visite mediche presso la competente Usl allo scopo di verificarne le condizioni sanitarie, soprattutto in relazione all’eventuale presenza di malattie infettive, quali ad esempio la tubercolosi, l’ebola, la scabbia e l’epatite».

A doversi sottoporre ai controlli dunque sono tutti i clandestini (che per legge sarebbero destinati all’espulsione, ma sappiamo che in realtà ricevono solo un foglietto) e i sedicenti profughi.




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