Ebola: bambino nigeriano dall’asilo in isolamento…

Vox
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Rimini – E’ emergenza choc a Rimini. Un bambino nigeriano di quattro anni è stato ricoverato nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Rimini.

Il bimbo aveva febbre già da alcuni giorni, è arrivato da circa due settimane dalla Nigeria con i genitori. La famiglia si è fermata nel Paese africano per un mese, il solito viaggio per andare a trovare i familiari, poi è rientrata nella loro abitazione del Cesenate.

I folli al governo continuano a far viaggiare famiglie africane avanti e indietro, mettendo a rischio i nostri bambini che frequentano le stesse scuole.

Ed è polemica anche sul cattivo funzionamento del protocollo sanitario: i genitori non hanno atteso l’arrivo dell’ambulanza e si sono precipitati invece al Pronto soccorso di Rimini, mettendo a rischio altri malati e operatori sanitari.

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Medici e infermieri, allertati dal medico che aveva diagnosticato la possibile Ebola, quando hanno visto arrivare il bimbo con il padre e la madre li hanno bloccati prima che entrassero nei locali dell’ospedale, ma solo pochi attimi prima che varcassero la soglia del Pronto soccorso.

C’è forte rischio anche per chi è entrato in contatto con la famiglia nell’ambulatorio.

Campioni di sangue sono stati inviati allo Spallanzani, che è il centro di riferimento per l’emergenza Ebola.

E’ notizia di oggi, che a Dallas, il liberiano infetto poi morto, veniva assistito da 70 operatori sanitari. Uno sforzo enorme. Che rischia di mettere in ginocchio un intero sistema sanitario e provocare, indirettamente, numerosi morti per altre patologie che non possono essere curate.

Immaginiamo la possibilità – molto probabile – di una decina di infetti in Italia: si dovrebbero impegnare circa 700 medici e infermieri tutti per loro. Se poi dovesse scoppiare un piccolo focolaio con 100 infetti, allora servirebbero 7.000 medici. Nel caso di leggera epidemia, con 1000 infetti, praticamente tutto il sistema sanitario verrebbe assorbito dall’emergenza Ebola. Una catastrofe, che impedirebbe il normale svolgimento di operazioni salvavita. Con conseguente aumento di morti per altre patologie.